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Anno IX - N. 314 - 7 marzo 2005

10 marzo. Ecco il  "Codice dell'amministrazione digitale" approvato il 4 scorso dal Consiglio dei ministri.
Entrerà in vigore il 1. gennaio 2006, si prevedono modifiche. Il testo presenta molti cambiamenti rispetto allo schema già noto e gravi errori nelle norme sulla firma digitale. Ne parliamo sul prossimo numero.
Ancora nessuna proposta concreta dopo la relazione Vigevano
Il "Patto di Sanremo"? E' una canzonetta
Le "proposte normative" che dovrebbero concludere il lavoro della commissione sull'e-content non arrivano, mentre vanno avanti insufficienti modifiche alla "legge Urbani". Ma si annuncia con grande clamore un "patto" tra Governo, industriali e ISP per i varo di codici di autoregolamentazione. E gli utenti? Devono essere "educati"!
Utenti canzonati nel patto della canzonetta (M. Cammarata)
Linee guida per l'adozione di codici di condotta ed azioni...
La "lettera di impegno" dei ministri Stanca, Gasparri e Urbani 
L'elenco dei firmatari del patto


Firma digitale
Ricercatori cinesi annunciano la scoperta di una debolezza nella funzione SHA-1, indispensabile per la firma digitale. Ma in pratica non ci sono rischi a breve termine.
Hash sempre più vulnerabili, ma la firma digitale non è a rischio (C. Giustozzi)


Dati personali
Puntuale giunge il terzo  rinvio per l'obbligo di adozione delle nuove misure minime di sicurezza e la redazione del DPS, nonostante le critiche espresse dal Garante.
Misure di sicurezza: la proroga della proroga della proroga...  (P. Ricchiuto)


Telecomunicazioni
Mentre si attende la pubblicazione della sentenza del TAR sul ricorso di Telecom Italia,contro la multa milionaria per la violazione delle regole sulla concorrenza...
Telecom: i 152 milioni potrebbero diventare 456 (C. Giurdanella - G. Scorza)


Ancora in primo piano
Ma il "Codice" non è da buttar via... (N. 313 - 28 febbraio)
Norme in Rete, una lacuna del "Codice" (N. 312 - 21 febbraio)
Lo schema del "Codice dell'amministrazione digitale"
ULTIM'ORA
Brevetti software,
un passo indietro
Il Consiglio dei ministri UE ha dato via libera alla contestatissima direttiva sulla brevettabilità del software, che ora dovrà passare in seconda lettura al Parlamento.
Un atto di arroganza che non ha precedenti, vista la richiesta dello stesso Parlamento di ridiscutere la proposta. Il Governo italiano si è astenuto.
Ora per ora da Bruxelles
sui siti del PdCI e del
 PdCI-Europa 
Il numero speciale

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