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 Telecomunicazioni

Tariffe telefoniche: per Internet o per il mercato, comunque calano
di Paolo Nuti - 03.11.97

Il fatto

Mercoledì 29 ottobre il Ministro Antonio Maccanico, assieme ai sottosegretari Michele Lauria e Vincenzo Vita, ha presentato alle associazioni di categoria ed alla stampa le linee guida di quattro provvedimenti in materia di tariffe telefoniche tesi a favorire lo sviluppo di Internet in Italia.
Nell'ordine e secondo la lettera del
comunicato ufficiale del ministero:

"a) - Le tariffe telefoniche di accesso ad Internet per gli utenti domestici, le scuole e moltissime associazioni non profit (i criteri per la loro individuazione saranno oggetto di un apposito regolamento) saranno ridotte del 50 per cento (dopo il primo scatto). L'utente dovrà corrispondere un canone mensile di lire 2.500. La stessa riduzione potrà applicarsi a coloro che intendono utilizzare il provvedimento per comunicazioni con persone con le quali hanno frequenti conversazioni (vi è una rilevante funzione sociale in questa misura, poiché favorisce le conversazioni tra i nuclei familiari). In sintesi l'utente dovrà comunicare a Telecom Italia, o agli altri gestori autorizzati alla telefonia vocale, uno o più numeri su cui verrà applicato lo sconto.

b) - La stessa riduzione del 50 per cento - dopo due minuti di conversazione e a fronte di un canone di lire 5.000 - si applicherà a quegli utenti che non hanno un service provider nel proprio settore e che quindi sono obbligati a collegarsi con tariffa intersettoriale. In questo caso potranno essere comunicati a Telecom Italia, o agli altri gestori telefonici, solo numeri di Internet provider.

c) - Il costo dei circuiti affittati, che era considerato un onere elevato per gli operatori autorizzati a fornire servizi di telecomunicazioni, verrà ridotto in percentuali che variano dal 35 per cento al 60 per cento. Questa misura è fondamentale per la crescita di imprese, soprattutto piccole e medie, nel settore dei servizi di telecomunicazione.

d) - Entro poco tempo gli attuali 1.400 settori telefonici verranno ridotti in misura sensibile. Questo sarà un provvedimento determinante perché, nel consentire un ampliamento degli stessi settori, riduce drasticamente il numero delle aree che non sono servite da Internet provider con tariffe urbane.

L'emanazione formale dei provvedimenti avverrà nelle prossime settimane. Già da ora si può affermare che i provvedimenti di cui alla lettera a) e b), che si applicano nell'arco delle 24 ore, saranno applicabili (e ciò a causa di motivi tecnici), a partire dal 1° gennaio (gli utenti potranno iniziare a fare richiesta a partire dal 1° dicembre, secondo le modalità che verranno comunicate); il provvedimento di cui alla lettera c) verrà emanato entro pochi giorni."

I chiarimenti

1. Le 2.500 lire al mese (+ IVA) di canone per ottenere la riduzione del 50% per le telefonate urbane valgono per un numero. Se si vuole ottenere la riduzione per n numeri si paga n volte 2.500 lire/mese.

2. E' improprio parlare di riduzione del 50% dopo il primo scatto. La riduzione si attua tramite il raddoppio degli intervalli di impulsazione successivi al primo.

Ad esempio: in fascia serale (durata dello scatto 400 secondi) una telefonata di 6 minuti e 40 secondi costa come prima. Ma anche una telefonata di 13 minuti e 20 secondi costa esattamente come prima.
Il vero vantaggio si ha solo successivamente perché con la stessa cifra, 254 lire + IVA (2 scatti), si può stare al telefono 20 minuti ed il risparmio è certamente più rilevante nella fasce diurne perché inizia dopo 7 minuti e 20 secondi di conversazione.

La storia

Si conclude così (o meglio, si concluderà con l'emanazione degli opportuni decreti), una vicenda iniziata con il decreto tariffario di marzo che, nell'ambito di una assai vasta serie di interventi, istituiva , con decorrenza 1° maggio 1997, la sperimentazione delle tariffe "Amici miei", "Long Family" e "Long Study".
Il
decreto fu immediatamente contestato dalle associazioni di categoria dei provider e da quelle degli utenti per la modestia del risparmio a favore degli utenti (limitato comunque ad un periodo di 8 mesi), la complessità degli adempimenti a carico del singolo utente, le caratteristiche dell'offerta "amici miei", gli effetti negativi dell'obbligo di consegnare a Telecom copia del contratto con il proprio provider, la mancanza di misure strutturali atte a consentire un miglioramento della qualità dei servizi offerti.
Il 24 aprile 1997, nel corso di una riunione tenutasi con i rappresentanti delle associazioni di utenti e di fornitori di servizi Internet, il ministero delle Poste e Telecomunicazioni convenne sull'opportunita' di sospendere per 90 giorni l'efficacia del decreto del 28 febbraio 1997 (che sarebbe divenuto operativo dal primo maggio 1997).
Sennonché, in data 28 aprile 1997 il Ministero delle Poste "intimò" a Telecom Italia l'assunzione di misure atte ad evitare un uso illegittimo delle informazioni di cui fosse venuta a conoscenza per l'applicazione del decreto del 28 febbraio, confermando quindi di fatto il mantenimento in vigore del decreto stesso. Di conseguenza il 30 Aprile 1997 Telecom Italia inviò circolare applicativa ai propri uffici e dal 2 maggio 1997 iniziò ad accettare abbonamenti ai servizi sperimentali con scadenza 31 dicembre 1997.
L'AIIP, l'ASCII e l'ALCEI, venuti a conoscenza dei nuovi fatti solo il 7 maggio, indissero una conferenza stampa per il 14 maggio, allo scopo di illustrare le misure che intendevano adottare in seguito alla mancata attuazione degli impegni presi dal ministero il 24 aprile, ma nel pomeriggio del 12 maggio 1997 fu finalmente reso noto il testo di un
decreto del Ministro delle poste e delle telecomunicazioni, alla firma del Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica, che, in attesa di un nuovo e piu' organico piano di interventi, sospendeva, a decorrere dal 1° giugno 1997, l'applicazione del D.M. 28 febbraio 1997 che istituiva, con decorrenza 1° maggio 1997 la sperimentazione delle tariffe "Amici miei", "Long Family" e "Long Study".
Il Ministero espresse la volontà di formulare il nuovo decreto entro la fine dell'estate; ma con la complicità della mini-crisi all'italiana e della privatizzazione Telecom , la vicenda è arrivata alla fase finale solo il 29 ottobre 1997.

I commenti

Utenti e provider avevano chiesto in coro:
1. riduzioni tariffarie significative e non provvisorie;
2. abolizione dell'obbligo di consegnare il contratto a Telecom per avere accesso alla riduzione;
3. riduzione del numero dei settori;
4. ulteriore riduzione dei costi delle infrastrutture (linee dedicate) finalizzate ad un aumento della banda passante e quindi al miglioramento della velocità.

Tutti questi punti sono toccati dai provvedimenti annunciati e quindi la soddisfazione al limite dell'entusiasmo espressa dal ministero e dalle categorie interessate appare giustificata. Dal punto di vista emozionale, si tratta di un'ottima promozione per Internet.
Se però entriamo nel merito di ciascuna delle voci elencate in apertura, può restare la soddisfazione per il metodo, ma l'entusiasmo deve quanto meno essere ridimensionato: dei quattro punti espressi in apertura, solo il secondo, lo sconto 50% dopo i primi due minuti per chi non ha un provider nel proprio settore telefonico, è realmente dedicato ad Internet. Tutti gli altri sono provvedimenti che sarebbero stati presi comunque perché indispensabili in vista della liberalizzazione: lo sconto sulle telefonate urbane è una azione di marketing (fidelizzazione dell'utenza), già sperimentata con successo nella telefonia mobile da Omnitel e TIM; la riduzione delle tariffe CDN è indispensabile in vista della concorrenza delle nuove reti di trasporto (Ferrovie, Enel, Eni, Autostrade); la riduzione del numero dei settori era comunque allo studio da tempo e risponde sia alla logica della razionalizzazione che consegue alla trasformazione della rete telefonica da elettromeccanica in elettronica, sia alla effettiva diminuzione dei costi di trasporto.

Non vorrei con questo cadere nella retorica del "piove governo ladro"; al contrario, credo che l'insieme dei provvedimenti debba essere valutato positivamente, in particolare perché "il Ministro è consapevole che sono necessari ulteriori interventi e per questo incoraggerà il proseguimento del dialogo con tutte le parti interessate". Si è aperto un dialogo e il tavolo di lavoro viene permanentemente inserito nel Forum per la società dell'informazione istituito presso la Presidenza del Consiglio. Mi auguro che, congiuntamente alla istituzione della Autorità per le telecomunicazioni, questo tavolo consenta di mettere effettivamente a disposizione di tutti gli operatori interessati le infrastrutture di base, con trasparenza di prezzi, senza tentazioni di ritorno alla logica del monopolio, senza che Telecom continui a finanziare le azioni di marketing nei servizi a valore aggiunto con i lauti guadagni della telefonia a tempo.

E' una richiesta che, del resto, parte proprio dagli organi comunitari ed in particolare dalla DG XIII.