La "modernizzazione" è
rimandata
03.10.02
Un "bonus" di 75 euro per chi stipula un abbonamento ADSL: è
quanto il Governo è riuscito prevedere nel disegno della legge finanziaria per
stimolare la diffusione della larga banda in Italia. Le indicazioni del DPEF
sono state rispettate, purtroppo (vedi Ma la banda deve
essere soprattutto "lunga").
Mentre scriviamo sul sito
della Presidenza del Consiglio non è ancora reperibile il testo del disegno
di legge e quindi non è possibile verificare se ci siano altre misure utili per
favorire non solo lo sviluppo della larga banda, ma altre iniziative necessarie
per "mettere in rete" il Paese. E le notizie di stampa non inducono
all'ottimismo: si legge che il Ministro per l'innovazione e le tecnologie aveva
chiesto uno stanziamento di 450 milioni di euro (che non sono poi una cifra
enorme). Ne ha ottenuti 100. Mentre pare che per le infrastrutture di cemento
siano state stanziate cifre molto alte.
Nell'intervista che abbiamo pubblicato un mese
fa, il consulente del Ministro delle comunicazioni Francesco Chirichigno
rispondeva così ai rilievi sul DPEF: "E' la sensazione che si può
ricavare da una lettura un po' fredda, non conoscendo alcuni elementi di
contorno. La Presidenza del consiglio ha approvato il progetto della larga
banda, indicandolo come un progetto globale e non settoriale... Il governo, e in
particolare il presidente del consiglio e i due ministri che hanno fatto
elaborare il piano, è convinto che senza larga banda non c'è assolutamente
modernizzazione dell'Italia". E aggiungeva: "E' molto più costoso
costruire una strada per "andare" che una strada informatica...
Il Paese deve venir fuori da queste sacche. Quindi, fermo restando che le casse
dello Stato al momento sono piuttosto in secca, forse si possono rivedere alcune
priorità".
Ma evidentemente lo sviluppo della Rete, al di là dei proclami di facciata,
per il Governon non è una priorità. Forse vale la pena di rispolverare la
vecchia definizione delle moderne reti di comunicazione, creata da Clinton e
Gore una decina di anni fa e troppo presto passata nel dimenticatoio: le "autostrade
dell'informazione". Perché mai lo Stato deve spendere tanti soldi per le
autostrade di asfalto e non investire in quelle di fibra ottica e rame? Perché
si devono sprecare tanti soldi per spostare uomini e cose, quando con meno soldi
e con molta più efficacia si possono spostare i bit?
C'è un altro aspetto fondamentale che il Governo sembra ignorare. Non serve
a molto incentivare gli abbonamenti alla larga banda dove essa è già
disponibile e non ci sono abbastanza contenuti che ne giustifichino l'impiego
(su questo punto vedi il parere di Giancarlo Livraghi in Quei
gran tubi pieni di nulla).
Occorre invece aiutare chi la larga banda non può avere, perché risiede in
zone che gli operatori non considerano remunerative. E dunque si devono
stanziare cifre adeguate per la "banda lunga", cioè per dare almeno
un accesso ISDN a tariffa flat a chi non può avere l'ADSL.
Oggi per i professionisti e le imprese che hanno necessità della banda larga,
ma hanno la sfortuna di stare dalla parte sbagliata del digital divide, l'unica
alternativa possibile è il satellite. Molto più costoso, tanto che
i 75 euro di "sconto" sull'apparato difficilmente potranno costituire
un incentivo.
(M. C.)
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