Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 

 Telecomunicazioni

Wi-Fi e larga banda: continuano a prenderci in giro?
19.06.03

L'era di Wi-Fi è incominciata finalmente anche il Italia? Il decreto ministeriale 28 maggio 2003  "Regolamentazione dei servizi  Wi-fi ad uso pubblico" potrebbe segnare la tanto attesa partenza dei servizi, offrendo (fra l'altro) una soluzione praticabile per portare la larga banda nelle zone "svantaggiate" dove le connessioni ADSL non arriveranno in  tempi brevi. E forse non arriveranno mai (vedi l'intervista a Paolo Nuti: per la larga banda occorrono soluzioni integrate). Lo aveva detto, non molto tempo fa, anche il Ministro delle comunicazioni: col Wi-Fi potremo portare dovunque la larga banda.

Ma la prima lettura del testo solleva qualche dubbio. Si legge infatti che il provvedimento riguarda le autorizzazioni generali per la fornitura del servizio di  Radio LAN "in locali aperti al pubblico o in aree confinate a frequentazione pubblica quali aeroporti, stazioni ferroviarie e marittime e centri commerciali". Dunque non si parla di Wi-Fi per connettere, per esempio, due uffici della stessa società che si trovano sui due lati di una strada, o per dare l'accesso all'internet a larga banda in una zona limitata, come un piccolo paese.
Si tratta di una limitazione inaccettabile, che sembra anche in contrasto con le disposizioni comunitarie.

Può darsi che siano possibili interpretazioni "allargate" delle disposizioni del decreto, può darsi anche che un secondo decreto affronti il problema del Wi-Fi per usi diversi da quelli "in aree confinate". Ma occorre fare subito chiarezza su questo punto.
Come abbiamo scritto più volte, il digital divide della larga banda è un fattore di frenante per lo sviluppo del Paese (si veda anche l'intervista a Chirichigno: l'Italia ha il dovere di investire nella larga banda). C'è la tecnologia per risolvere (almeno in parte) a costi accettabili il problema: perché non usarla?
Forse per fare un favore a qualche operatore mobile che teme, forse a torto, che la diffusione degli accessi wireless possa limitare il suo mercato?

Occorre chiarezza, perché ne abbiamo abbastanza di proclami che non trovano riscontro nella realtà (vedi, ancora, Larga banda, ci prendono in giro?).
A questo proposito vale la pena di segnalare un fatto strano. Ai primi di aprile era apparso sul sito di Telecom Italia un nuovo elenco di località che sarebbero state servite dall'ADSL "entro la fine di giugno".
Dopo pochi giorni l'elenco è scomparso. Qualcuno ha una spiegazione?

(M. C.)