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  Attualità

Messaggi dalla Rete - 1999 - 2          2001   2000   1999 -1   1998   1997


29. Un ministro per Internet?

Subject: Un ministro per Internet?!?!?!?
Date: Thu, 23 Dec 1999 12:06:51 +0100
From: Dj Batman <djbatman@olografix.org>
Reply-To:
alcei@olografix.org
To: alcei@olografix.org

leggo di questa proposta di Puntoit sul puntuale Interlex...

http://www.interlex.com/segnal/ministro.htm

mi sembra la solita baggianata all'italiana. Ogni cosa da noi deve avere una propria autority o perlomeno un ministero (salvo poi fare referendum per abolirla/o quando ci si accorge che fa piu' danni che altro).

bye,
Nicola (Dj Batman) Battista




Subject: Re: un ministro per l'internet
Date: Sun, 26 Dec 1999 10:22:45 +0100
From: amonti@unich.it
To: Alcei@olografix.org

Salve a tutti,
la proposta di istituire un ministro per l'internet mi sembra essere il noto espediente politico (abbastanza liso, per la verita') del proporre qualcosa di irrealizzabile, cercando (o pensando) nel contempo di fare "bella figura".
Oggettivamente non credo ce ne sia bisogno data che abbiamo gia' il Ministero delle Comunicazioni e la relativa Autorita' e quindi fin troppi soggetti con poteri regolatori.
La proposta di questa fantomatica "punto it" (che peraltro mi risulta essere un'associazione di area "aziendale") si inquadra in una serie di uscite (vedi la precedente sul "buon compleanno internet") che mi sembrano piu' orientate a "farsi sentire" che a proporre qualcosa di sostanziale.
Il pericolo e' che qualcuno prenda sul serio la richiesta:))
Un caro saluto
Andrea Monti




Subject: R: Un ministro per Internet?!?!?!?
Resent-Date: Thu, 23 Dec 1999 13:12:54 +0100
Resent-From: alcei@olografix.org
Date: Thu, 23 Dec 1999 12:58:13 +0100
From: "Gianluca Pomante" <gpomante@tin.it>
To: <alcei@olografix.org>

Non me la sento di condannare a priori l'iniziativa.
La Pubblica Amministrazione ha oggi schemi e strutture che le consentono di operare correttamente e tempestivamente. Tutto dipende dagli interlocutori, non dall'istituzione di cui fanno parte.
Il Ministro per la Società dell'Informazione (per lo sviluppo della società dell'informazione, sarebbe più corretto ed auspicabile) potrebbe essere una buona soluzione per concentrare su un solo interlocutore tutti i problemi ed i rapporti legati alle nuove tecnologie, così come potrebbe invece
risultare il classico "ufficio complicazione affari semplici".
Dipende, ripeto, da CHI sarà l'interlocutore. Certo che l'esperienza e i fatti politici di questi giorni non danno molte speranze agli addetti ai lavori.
Auguri!!!

Gianluca Pomante


28. Quanto costano le chiamate urbane?

Subject: QUANTO E' GONFIATO IL COSTO DELLE TELEFONATE URBANE?
Date: Thu, 18 Nov 1999 01:13:09 +0100
From: Alessandro Ghezzer <ghezzer@iquebec.com>
To: 

Pagati per navigare: ora i provider pagano l'utente

Il provider nazionale ICS (www.ics-vdc.it) ha lanciato di recente una nuova
offerta all'utente chiamata "netcash": non solo l'accesso gratis a Internet
ma addirittura anche "9 lire per minuto di navigazione, cumulabili". Lo
slogan recita testualmente: "Ieri navigavi e pagavi, oggi navighi e
guadagni".

A questo punto, come direbbe Lubrano, sorge spontanea una domanda: quanto
sono gonfiati i costi della telefonate urbane??? All'epoca fece scalpore, e
nascere i primi dubbi, l'arrivo di Tiscali sul mercato, che inizio' ad
offire l'accesso gratis agli utenti "contentandosi" di una parte del costo
della telefonata urbana che Telecom riconosceva sul traffico generato.

Anche allora si disse: ma qual e' il costo effettivo di una telefonata
urbana, se Telecom e' disposta a cedere a Tiscali una parte -non
indifferente- del ricavo? Domanda senza risposta ovviamente, ma quando
l'espediente fu generalizzato anche a tutti gli altri provider mediante uno
specifico accordo, fu abbastanza chiaro che qualcuno non ce la raccontava
giusta.

Adesso siamo oltre: non solo, come detto, viene offerto l'accesso gratuito,
ma il provider *paga* addirittura l'utente per navigare!!! E le 9 lire che
ICS riconosce all'utente non sono certo poche, considerando che sulle circa
40 lire che questi paga a Telecom, ci guadagano sia Telecom stessa che il
provider. E se quest0ultimo si priva di ben 9 lire per darle all'utente,
c'e' da chiedersi quali siano i reali margini di guadagno.

Ribadiamo dunque la domanda: quanto costa *veramente* una telefonata urbana?
Nessuno ci toglie il dubbio a questo punto, anzi la certezza, di aver
*STRAPAGATO* le telefonate locali per decenni grazie al monopolio Telecom.

Meditare prego.

Alessandro Ghezzer

Il problema non è questo: la domanda che ci si deve porre è: quanto rende l'abbonato al provider? Perché il costo del servizio telefonico non è solo quello dell'inoltro della chiamata sulla rete (vedi Anche se è gratis, non è un regalo). (M.C.)


27. Infostrada e i dati personali

Subject: Infostrada ci riprova...
Resent-Date: Mon, 22 Nov 1999 23:05:44 +0100
Resent-From: alcei@olografix.org
Date: Mon, 22 Nov 1999 22:56:17 +0100
From: Dj Batman <djbatman@olografix.org>
Reply-To: alcei@olografix.org
To: alcei@olografix.org

Sono venuto a conoscenza del fatto che gli abbonati Iol con l'abbonamento
in scadenza si vedono recapitare mail contenenti il seguente testo...

>Gentile Abbonato,
> come ti abbiamo gia' ricordato, il tuo abbonamento scadra' entro fine
mese.
>
> Secondo la legislazione in materia di privacy, per poterti proporre
> le offerte speciali formulate per gli abbonamenti in scadenza - come nel
> tuo caso - necessitiamo del tuo consenso espresso formalmente per
> poter trasferire i tuoi dati personali a Infostrada, che ha acquisito
> interamente Italia Online.
>
> Per potere effettuare velocemente questa operazione abbiamo predisposto
> all'indirizzo http://internet.infostrada.it/abbonati/privacy.phtml
> il materiale informativo necessario e la procedura elettronica per poter
> esprimere il tuo consenso.
>
> Per non perdere l'offerta riservata agli abbonamenti in scadenza con
> condizioni e sconti particolari affrettati dunque a regolarizzare
> la tua posizione.

(cut sulla parte restante, che non ci interessa)

la cosa curiosa e' che quando poi s va sul sito per rinnovare, il consenso
e' solo ed esclusivamente "ampliato", cioe' Infostrada non solo puo' usare
i dati dell'abbonato per il minimo indispensabile (far funzionare il
servizio, insomma) ma anche cederlo ecc ecc.

>Autorizzo Italia Online a trattare i dati che ho fornito al
>momento della sottoscrizione per inviarmi informazioni commerciali relative
>a nuove offerte di prodotti e servizi di Italia Online SpA, e a trasmetterli
>per il medesimo fine ad Infostrada SpA, a società controllate o controllanti
>e/o a Società operanti nel settore del commercio e dei servizi con le quali
>Infostrada SpA abbia stipulato accordi commerciali.

in pratica cosi' facendo, l'abbonato nnon ha scelta e se vuole rinnovare
deve supinamente subire la minaccia di un potenziale flusso di spam.
Complimenti!
Ma conoscendo i precedenti di Infostrada nel settore (leggasi: contratto
"schiavo", pardon, Libero) ;) non c'e' da meravigliarsi.

bye,
Nicola (Dj Batman) Battista

Una cosa deve essere chiara: il trattamento dei dati personali, svolto con il consenso dell'interessato, è legittimo. Il punto è nell'informativa, che deve essere tale da far capire i termini del baratto: ti mi dai i tuoi dati e io ti do' un servizio in cambio.
In questo caso c'è una stranezza: Infostrada non dà niente in cambio, perché l'abbonamento al quale si riferisce l'informativa è a apagamento. Ma l'utente informato può rivolgersi a un altro fornitore (vedi anche
l'intervento di Claudio Manganelli, componente del Garante per la protezione dei dati personali). (M.C.)


26. Se il juke-box fa la spia...

Subject: MP3 SOFTWARE - Scandalo: RealJukebox fa la spia!
Resent-Date: Tue, 2 Nov 1999 16:01:21 +0100
Resent-From: alcei@olografix.org
Date: Tue, 02 Nov 1999 15:49:24 +0100
From: Dj Batman <djbatman@olografix.org>
Reply-To: alcei@olografix.org
To: metro@olografix.org, alcei@olografix.org

MP3 SOFTWARE
Scandalo: RealJukebox fa la spia!
02/11/1999 - News - San Francisco (USA) - Chi usa RealJukeBox, il software di RealNetworks per l'ascolto di musica sui computer, invia automaticamente i propri dati e quelli della musica che sta ascoltando alla
società americana. E non ha modo di saperlo se non è uno smanettone di prima classe.
Questo lo scandalo che l'azienda ha nelle ultime ore cercato di delimitare sostenendo che i dati raccolti non rappresentano una violazione alla privacy perché non vengono distribuiti ad altre aziende. Una giustificazione che sembra aver oltraggiato le associazioni dei consumatori americane che sono scese, com'era scontato, sul piede di guerra.
Lo scandalo si deve ad uno smanettone che ha intercettato il pacchetto di dati che veniva inviato via internet all'azienda. Il software, utilizzato per scaricare musica dalla rete e ascoltarla, è d'un tratto divenuto per molti un "mostro" da evitare accuratamente. A rischio, sostengono le associazioni, è la privacy di 13,5 milioni di utenti.

La mossa di RealNetworks potrebbe però non essere isolata. Quali altre
softwarehouse, infatti, potrebbero utilizzare lo stesso sistema per conoscere i dati e le abitudini dei propri utenti? Secondo alcuni esperti intervistati dal New York Times, i rischi per la privacy che la vicenda RealNetworks mette in evidenza sono enormi. Secondo Richard M. Smith, intervistato dal Times perché scopritore dell'infausto messaggio segreto in partenza dal suo computer, ogni volta che RealJukeBox viene avviato, invia all'azienda una serie di informazioni. In particolare: il numero di brani archiviati sull'hard disk; il tipo di formato di registrazione; la qualità di registrazione; il genere musicale preferito dall'utente e l'eventuale tipo di device musicale portatile che l'utente collega al computer. Il tutto viene associato ad un numero individuale di identificazione che viene assegnato all'atto della registrazione del software.
Candidamente, RealNetworks afferma che queste informazioni vengono utilizzate per personalizzare al meglio l'offerta. Peccato, però, che non abbia avvertito i suoi utenti sul fatto che le informazioni vengano raccolte.
Smith ha spiegato che se vengono accettate le impostazioni standard, il programma si avvia ogni volta che un Cd viene inserito nel lettore del computer e, se si è online, a RealNetworks arrivano tutte le informazioni sulla musica che si sta ascoltando.
Secondo un legale di Washington il software dell'azienda può essere considerato un cavallo di troia, ovvero un virus in grado di compiere
in gran segreto operazioni sul computer dell'utente e inviare sulla rete a terzi il risultato di queste operazioni.


25. Privacy all'italiana

Subject: PRIVACY ALL'ITALIANA
Date: Sat, 23 Oct 1999 09:55:18 +0200
From: Alessandro Ghezzer <ghezzer@iquebec.com>
To: 

Nella documentazione del traffico allegata alle bollette, com'e' noto, con
la scusa della privacy si negano all'utente telefonico i "dati" delle sue
stesse telefonate.
A questo punto pero' e' interessante fare un salto sul sito internet "Seat
Direct - Pagine Gialle" (Telecom Italia), per scoprire che "nel rispetto
della legge" (sic!) si commerciano allegramente i nominativi degli utenti
da decenni, senza che alcun consenso sia mai stato richiesto agli interessati.
----------
Dal sito http://www.seatdirect.com:

"Conoscere con precisione chi sono i vostri futuri clienti, dove vivono,
cosa e quanto consumano, e' il punto di partenza di ogni azione di direct
marketing di successo.

LISTE TELEFONICHE PRIVATI
Oltre 18 milioni di famiglie italiane, titolari di una linea telefonica,
pari al 92% della popolazione nazionale.
Alcuni dei target selezionabili sono:

o Titolati (titoli di studio, onorifici, religiosi ecc.) totale: 1.030.000
o Nuovi utenti (nuove utenze telefoniche) (al mese) " 60.000
o Abitazioni unifamiliari (una sola utenza per n° civico) " 1.700.000
o Rinnovo casa (titolati e segmenti medio-alti, case piu' di 10 anni) "
960.000
o Ristrutturazione edilizia (segmenti medio-alti, case piu' di 18 anni) "
850.000

Informazioni disponibili

Parametri di selezione
Nome - Cognome - Indirizzo - Numero telefonico
Sesso - Titolo (se indicato nel contratto) - Abbonati piu' recenti
Criteri territoriali: Regione - Provincia - Comune - CAP - Strada
Criteri anagrafici: Sesso - Titolo
Criteri di segmentazione geodemografica: Cluster

LISTE CLUSTER
Sono liste particolarmente efficaci per selezionare potenziali clienti
dalle caratteristiche sociodemografiche omogenee e residenti in determinate
aree geografiche. Sono il risultato della classificazione geodemografica
dell'intera popolazione italiana, realizzata da SEAT DIRECT attraverso
l'analisi dei dati statistici del Censimento della Popolazione ISTAT.
Sono stati identificati 46 segmenti e 14 gruppi, ciascuno corrispondente ad
un preciso stile abitativo e di consumo, localizzabile esattamente nel
territorio.
Attraverso l'incrocio dei 46 segmenti con l'archivio telefonico SEAT e'
quindi possibile indirizzare le comunicazioni promozionali a target group
altamente potenziali per molti prodotti e servizi.

Con Cluster e' possibile:

o conoscere e localizzare i clienti potenziali
o scegliere il mezzo e la comunicazione piu' efficaci per contattarli
o costruire aree di potenzialita' commerciale
o individuare dove aprire o chiudere punti vendita
o ottimizzare la composizione dell'offerta di prodotti nei punti vendita

Nel rispetto della legge
Le Liste SEAT DIRECT provengono dagli *Archivi Telefonici Ufficiali*
[gli asterischi sono nostri: attenzione si parla di " Archivi Telefonici
Ufficiali" n.d.a.] e recepiscono tempestivamente tutte le richieste di
cancellazione da parte
degli utenti telefonici. Questo consente di muoversi nel rispetto della
legge 675/96 sulla Privacy".
----------
Bella "privacy" del cavolo! Negano all'utente *i suoi stessi dati* pero' li
vendono allegramente a destra e a sinistra senza chiedere niente a nessuno!
Non c'e' qualcosa che STRIDE in tutto questo?

Alessandro Ghezzer
ghezzer@iquebec.com
Movimento "Operazione Trasparenza"
http://trasparenza.cjb.net


24. La Commissione europea "bacchetta" Rodotà

Subject: LA COMMISSIONE EUROPEA "BACCHETTA" RODOTA'
Date: Thu, 14 Oct 1999 18:36:31 +0200
From: Alessandro Ghezzer <ghezzer@iquebec.com>
To: 

Egregio Cammarata, pare che per avere un po' di trasparenza sia necessario
rivolgersi a Bruxelles... :(((
--------------------------------------------------------------------------
Necessario un "ripensamento" del D.L. 171/98.

A nulla sono servite raccomandate, fax, e-mail, lettere e solleciti tramite il Difensore Civico, lettere al Ministero, alle Authorities.
Silenzio assoluto su tutta la linea. Le nostre istituzioni hanno brillato per la loro totale inerzia alle istanze del cittadino. Non solo riguardo al problema della trasparenza delle bollette telefoniche, ma persino di fronte ad una violazione sistematica della legge (D.L. 171/98, che impone la documentazione INTEGRALE del traffico telefonico, mentre Telecom Italia omette tutte le telefonate con addebito inferiore ai 4 scatti).
Questo granitico torpore e' stato pero' interrotto da una letterina della Direzione generale XIII della Commissione Europea che, accogliendo una nostra segnalazione dell'aprile scorso, ha stabilito che il D.L. 171/98 e' eccessivamente restrittivo ed ha quindi esortato il legislatore italiano ad una modifica, in modo da consentire il mascheramento delle ultime tre cifre "solo su esplicita richiesta dell'abbonato" (e non d'imperio come imponeva tout court il decreto).

Tutto bene dunque? Nient'affatto. E' deprimente che per ottenere un po' di trasparenza il cittadino debba ricorrere a una selva di raccomandate (senza risposta) e infine, per disperazione, a Bruxelles.

Ma c'e' di peggio: il Garante, nella sua newsletter n.13 del 11-17 ottobre 1999, commentando il richiamo della Commissione Europea, scrive candidamente che "La misura del "mascheramento" delle ultime tre cifre puo' essere rivista dal legislatore solo se i gestori telefonici attivano modalita' alternative di pagamento delle bollette."
Ci sembra una premessa francamente allucinante: si sostiene insomma che il diritto alla piena trasparenza delle bollette dipende, in buona sostanza, non dallo Stato che impone delle regole ai concessionari di un servizio pubblico -tra l'altro in regime di monopolio- ma dalla disponibilita' dei gestori telefonici!
Se abbiamo capito bene l'aria che tira, si troveranno insomma altre scuse per impedire una vera trasparenza delle bollette.

Noi non ci stiamo. Ricorreremo ancora alla Commissione Europea, per impedire i trucchi e le furberie che hanno prodotto il vergognoso D.L. 171/98.

Alessandro Ghezzer
ghezzer@iquebec.com

Movimento "Operazione Trasparenza"
http://trasparenza.cjb.net


23. Riprendere "Tesi e ricerche"?

Subject: La morte di "Tesi e Ricerche"
Date: Tue, 5 Oct 1999 02:20:56 +0200
From: "Nicola Lucchi" <lcn@dns.unife.it>
To: 

Ho avuto occasione di leggere l'epitaffio della rubrica Tesi e Ricerche.
La cosa mi rattrista molto soprattutto perchè proprio grazie anche agli interventi e ai suggerimenti ivi raccolti sono riuscito a preparare una tesi di laurea originale e foriera di inaspettate felici conseguenze.
Pur non avendo mai scritto per avere informazioni, ho trovato e trovo tutt'ora nella vostra rivista interessanti spunti di riflessione.

Ora che mi ritrovo, forse anche grazie a voi, ad essere contrattista della Facoltà presso la quale mi sono laureato e a dover gestire un corso di Informatica Giuridica, mi accorgo che la mancanza di un serio forum come era "tesi e ricerche" è una perdita che deve essere colmata. Sono certo che se non fosse stato per gli spunti ivi colti forse anche per caso e la caparbietà di trovare un relatore disposto a seguirmi in questa impresa (e potete scommetterci non è stata cosa facile in una Facoltà dove ci si occupa solo di diritto tedesco e dove ogni novità è guardata con sospetto) probabilmente oggi la Facoltà di giurisprudenza di Ferrara non avrebbe un corso, sebbene sperimentale, di Informatica Giuridica.
Con questo non voglio fare un santino della vostra rivista, ma dirvi semplicemente che un'opera di divulgazione verso il basso come era tesi e ricerche sarebbe necessario riprendesse.

Cordialmente

dott. Nicola Lucchi

La risposta è nell'articolo Armiamoci e partite, oppure "partiamo"?


22. Sulla TUT non ho cambiato idea

Subject: Meglio tardi che mai
Date: Thu, 30 Sep 1999 09:20:13 +0200
From: Alessandro Ghezzer <al.ghezzer@flashnet.it>
To: 

egregio Cammarata, noto con piacere che ha cambiato parere sull'assioma caro ai Caridinali e Manacorde (e Livraghi vari) ovvero "la tut non e' un problema".
Ci si rende finalmente conto, magari con qualche anno di ritardo -ma meglio
tardi che mai- che la tut invece E' un problema, anzi IL problema principale, e sino a che le telefonate locali rimarranno saldamente in mano
(leggi monopolio) a Telecom Italia non si fara' mai un serio passo in avanti per lo sviluppo dell'Internet di massa, perche' il nostro caro Monopolista avra' tutto l'interesse a spremere il limone fino all'ultima goccia.

Speriamo invece che Interlex appoggi ora le sacrosante istanze degli
utenti, di coloro cioe' che vedono Internet come uno straordinario
strumento di crescita culturale e sociale, e non come un mezzo per spillar
quattrini all'utente bue.

Cordialmente


Subject: Abolizione della TUT in Germania
Resent-Date: Sat, 2 Oct 1999 07:17:18 +0200
Resent-From: isoc_forum@listserver.isoc.it
Date: Sat, 02 Oct 1999 06:18:12 +0100
From: Emanuele Mancuso <emancuso@abolizione.org>
To: isoc_forum@listserver.isoc.it

Mobilcom offrira' in Germania le telefonate urbane incluse nel canone.
Mobilcom e' una delle tre piu' grandi societa' telefoniche tedesche.
...................

Questi sono solo due dei tanti messaggi che continuano ad arrivare sul problema della tariffa a tempo. Rispondo e chiudiamo la discussione, fino a quando non ci saranno fatti nuovi.

Forse Ghezzer ha letto il mio articolo un po' in fretta: non ho cambiato idea. Ho scritto che, al momento, la tariffa flat per l'internet non è possibile, a causa delle condizioni del mercato e delle infrastrutture. E non mi sono mai dichiarato d'accordo con chi sostiene che non è un problema.
Quanto al fatto che la TUT costa troppo, l'ho sempre detto e scritto: la pago anche io!
Fino a qualche tempo fa sostenevo che la questione più grave era l'eccessiva differenza di prezzo tra chi si collegava in urbana e chi doveva ricorrere alla teleselezione. Ora il problema è praticamente risolto, non per opera del Governo o del Parlamento o dell'Autorità competente, ma per la forza del mercato. Quindi possiamo incominciare a occuparci della TAT, al cui avvio mancano pochi giorni...
A Mancuso vorrei suggerire di completare la notizia: "Mobilcom è una delle tre più grandi società telefoniche tedesche con licenza per la telefonia urbana". Il che significa che la sua offerta si muove in un quadro di concorrenza, che in Italia manca. Come ho scritto nell'ultimo articolo "Il nostro [mercato] non ha ancora raggiunto uno sviluppo tale (anche per quanto riguarda le dimensioni delle infrastrutture) da consentire questa soluzione, il che non significa che essa non sia realizzabile in un tempo non lontano: forse quando ci sarà una concorrenza effettiva anche sulla telefonia in ambito locale".
(M. C.)


21. 103/95: la Polizia ispeziona, le autorità tacciono

Subject: CHIARIMENTI SULLA 103/95: DOVE'E' LA RISPOSTA SEI MESI DOPO?
Date: Tue, 31 Aug 1999 00:54:21 +0200
From: Bit Bit Informatica - Guido Padoa <info@bitbit.it>
To: 

http://www.interlex.com/regole/103imp.htm
IN DATA 1/3/99 PAOLA MANACORDA DICHIARAVA:
"Si può chiedere al Ministero una circolare interpretativa, o emanare noi un regolamento fatto di semplici due articoli, che chiarisca come vanno applicate queste regole. Mi impegno a prendere visione di questa cosa, a consultare i soggetti interessati per uscire da questa situazione".
A CHE PUNTO SIAMO SEI MESI DOPO????

IL TUTTO CON RIFERIMENTO A:
http://www.interlex.com/regole/103fine.htm
--
Guido Padoa - Bit Bit Informatica snc
Via Carrozzai, 2/C - 24122 - Bergamo - Italy
E-mail:
mailto:info@bitbit.it


Subject: Una cortesia.....
Date: Mon, 30 AUG 1999 15:28:28 +0100
From: Antonio Ruggiero <a.ruggiero@netfly.it>
To: Manlio Cammarata 

Egregio Cammarata,
ho letto con la massima attenzione il suo intervento all'indirizzo:
http://www.interlex.com/regole/103fine.htm
Sono amministratore di un piccolo ISP, con un solo POP, e offriamo solo connessioni su linea commutata.
La disturbo per sapere se sono intercorse novita' dalla data del Suo intervento (11.01.99) ad oggi.
Mi permetto di disturbarLa in quanto proprio stamane ho subito una minaccia di stesura di verbale di contravvenzione da due agenti della polizia postale, per il fatto che non abbiamo richiesto l'autorizzazione ha inviato la sola Dichiarazione, come da art. 4 del 420/95.

La ringrazio anticipatamente per la Sua cortesia.

Cordiali saluti
Antonio Ruggiero


Subject: Re: Una cortesia.....
Date: Sun, 06 Sep 1998 18:20:18 +0200
From: Antonio Ruggiero <a.ruggiero@netfly.it>
To: 

...........

...sono riuscito a parlare di nuovo con il Servizio Tecnico della Direzione Generale Concessioni e Autorizzazioni del Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni di Roma. Ho parlato con una persona (gentilissima, devo dire), che mi ha riferito quanto segue:
a) Non occorre l'Autorizzazione per chi come noi offre solo connessioni su linea commutata. Per cui basta la sola Dichiarazione di Attivita'.
b) Risulta rilasciato il 02/06/1999 il Nulla Osta per la Dichiarazione inviata dalla mia societa' "Netfly srl".
c) Che non occorre piu' che Dichiarazione e Richiesta di Autorizzazione siano in Bollo, ma vanno bene anche in carta semplice.
d) La Richiesta dell'Autorizzazione si rende necessaria solo nel caso dovessimo rivendere banda su collegamenti dedicati. O nel caso aprissimo un nuovo POP, collegando il relativo CIRCUITO DEDICATO al nostro attuale POP.

Sono in attesa di poter parlare anche con il Servizio Amministrativo per avere una ulteriore conferma.

Grazie e cordiali saluti.

Antonio Ruggiero
--------------------------------------------------
Antonio Ruggiero email: a.ruggiero@netfly.it
NetFLY srl web site: www.netfly.it
INTERNET SERVICE PROVIDER
--------------------------------------------------

Si veda l'articolo Autorizzazioni generali? Intanto paga!


20. Quanti onorevoli rispondono alle e-mail?

Subject: E-mail, questa sconosciuta
Date: Tue, 03 Aug 1999 10:07:21 +0200
From: Alessandro Ghezzer <al.ghezzer@flashnet.it>
To: 

Il 6 luglio 1999 ho scritto una e-mail a tutti i 600 e rotti onorevoli deputati, titolari di una casella di posta elettronica sul sito ufficiale della Camera in Internet.
Sapete quanti hanno risposto?

NESSUNO!!!

Solerti a chiedere voti, irraggiungibili quando devono rispondere al
cittadino.


19. Le ragioni dei provider

Questa è una selezione di brani tratti dalle numerose e-mail inviate dai provider indipendenti minacciati dalle offerte free internet lanciate dagli operatori di telecomunicazioni

Da ieri, 15/07/99 anche infostrada fornisce abbonamenti gratuiti il che fa presupporre che la stessa per coerenza dovrebbe vendere a costo zero i CDN ai Provider, in quanto se il loro guadagno è nell'interconnessione, i Provider offrendo abbonamenti generano comunque un notevole traffico.
Non c'è dubbio che i Provider, che con le loro forze e capacità anno permesso il primo approccio ad Internet ad un vasto numero di utenti, ora si trovano di fronte una dura realtà: quella del più forte.
La colpa di tutto questo non può che non essere addebitata ad una classe dirigenziale che non ha mai saputo dettare delle regole valide per tutti, perchè la concorrenza fa crescere, però le regole devono essere le stesse per tutti.
Penso che ora il governo dovrà pensare a come creare nuovi posti di lavoro per tutto il personale dei Provider che non possono reggere la concorrenza di chi guadagnando con l'interconnesione offre accessi gratuiti.

La presente per comunicarVi la nostra preoccupazione dovuta ai continui cambiamenti nel mondo delle comunicazioni.
I mezzi che abbiamo per contrastare le grandi società delle telecomunicazioni sono poche: la tecnologia, la competenza nel settore e le tariffe telefoniche(chiamata urbana); sicuramente avrete sentito parlare del nuovo servizio "Libero" di Infostrada,ovvero la connessione ad Internet senza costi di abbonamento, ed al solo costo della chiamata TUT. Dopo Infostrada vedremo arrivare Tiscali, che sta scaldando i motori da tempo, e poi ancora TIN (e chissà chi altri ancora) che faranno a gara a chi prenderà più Utenti.
Questa situazione penalizza solamente i piccoli ISP che non possono associare ad Internet il traffico telefonico di conseguenza mi chiedo se tutto questo è corretto secondo le nostre leggi che regolano il mercato.
Inoltre mi chiedo quando la TUT all'italiana sparirà lasciando il posto ad una tariffa che sia veramente a tempo!!!!!!!!!????????????
E ANCORA NON CAPISCO LA PARTE REGOLAMENTATA DELLE CDN I CUI PREZZI CALCOLATI IN BASE ALLA BANDA SONO A DIR POCO
PROIBITIVI; SE SI DOVESSE RICHIEDERE A TELECOM UNA CDN A DUE MEGABIT SI DOVREBBERO PAGARE CENTINAIA DI MILIONI.
Altri fornitori di accesso Internet danno connessioni a due megabit con canone che varia al consumo (si paga solo quanto si consuma!), indipendentemente dalla CDN utilizzata.

Non è possibile permettere a dei soggetti quali Telecom Italia S.p.A. e Infostrada S.p.A., di offrire gratuitamente la connettività Internet quando nello stesso tempo rivendono a noi provider la connettività verso Internet a prezzi a dir poco esorbitanti.
Non è possibile e deve essere vietato in uno stato che si vuole definire moderno democratico e aperto alla libera concorrenza.
Mi stà bene che si dia gratis la connettività ma stabiliamo regole del tipo:
"Tu ISP puoi avere da me - Telecom Italia o Infostrada - un canale gratuito Internet ( a seconda del numero dei clienti acquisiti) per veicolare i i tuoi clienti a patto che la connettività tra loro e la tua Azienda passi su nostre linee su cui guadagnamo grazie al traffico.
Non servono leggi per diminuire la TUT, aboliamo i canoni e diamo a tutti la possibilità di fare servizi avanzati.
La gente paga se i servizi sono efficenti.
Non trascurate questo problema, perchè saremo il paese più anarchico e oligopolista nel mondo dell'HiTech.

Inutile rimarcare ulteriormente il disappunto mio e di ogni piccolo Provider che in questi anni tanto hanno fatto e tanti soldi hanno perso con la speranza che un domani qualcosa ci ripagasse dei sacrifici.
Se proprio vorrete farci chiudere ad ogni costo senza difenderci da quelle multinazionali che possono permettersi di lavorare in perdita al fine di massacrare la concorrenza, regalando tutto a tutti, fate pure, ma poi non lamentatevi se ora nei supermercati vendono solo surgelati.
Noi saremo anche imprenditori da poco va Voi sarete utenti da meno.
Auguri.

Scrivo questa mail per protestare contro una situazione che colpisce centinaia di piccole aziende come la mia, ossia il fenomeno dell'Internet gratis.
Tuttavia il punto è: perché io piccolo provider non posso usufruire della possibilità di guadagnare sul traffico telefonico e offrire quindi l'accesso gratis e altri colossi della telefonia si ?
Come giustifico ad un cliente il pagamento di 200.000 lire per un abbonamento quando lo può avere gratis ?
Quale futuro aspetta la mia azienda che ho tirato su con sacrifici enormi e quale futuro aspetta tutte le altre piccole imprese come la mia?
In un paese con milioni di disoccupati non credo sia una bella cosa penalizzare chi cerca di guadagnarsi onestamente da vivere.

I piccoli operatori, gli ISP, come chi scrive, sono da anni cornuti e mazziati a ripetizione. Sono clienti di fornitori che gli fanno al tempo stesso concorrenza (noi compriamo linee ed accesso Internet da Telecom e Infostrada, i quali vendono e regalano molti dei nostri servizi). Internet gratis e' un ulteriore colpo. Si ricordi che sono stati i piccoli ISP a portare Internet in Italia e che sono migliaia le aziende nate in questo settore oggi messe a rischio. Un associazione di ISP (AIIP) sta ancora attendendo l'esito di un procedimento dell'antitrust, partito due anni fa, sollecitato per verificare il comportamento scorretto o meno di Telecom, in tema di concorrenza sleale, abuso di posizione dominante, ecc., evidentemente delle bazzecole insignificanti se oggi Telecom e simili possono pensare di regalare Internet.

Noi non abbiamo i mezzi per poter competere, non abbiamo i capitali che ci permettono di regalare i servizi (che noi paghiamo a caro prezzo), non abbiamo la possibilita' di farci chiamare su un numero verde per poter acquisire clienti anche fuori dal distretto di nostra competenza (vedi i vari 147) al costo di una telefonata urbana e non usufruiamo di alcun contributo o sovvenzione statale, regionale che ci permetta di tenere dipendenti a costo 0.

(altri messaggi alla URL http://192.106.243.132/isp - Si veda anche l'articolo ISP, tra la protesta e le nuove opportunità del mercato).


18. Se la TV costasse 2.600 lire all'ora...

Subject: Non è la TUT il problema, ma la Telecom
Date: Thu, 15 Jul 1999 22:48:36 +0200
From: Alessandro Ghezzer <al.ghezzer@flashnet.it>
To: 

Non è la TUT il problema, ma la Telecom.
Checché ne dica l'ineffabile ministro Cardinale, il costo della TUT è la
più grossa palla al piede per lo sviluppo di Internet in Italia.
Ci si ostina a dire di no, e si fa l'esempio -sbagliato- dei telefonini. Ma
come si possono paragonare due mezzi così differenti? Il telefonino lo si
utilizza generalmente per alcuni minuti, ed è assurdo pensare ad un
utilizzo serio della rete coi minuti contati.
Non a caso Internet ha avuto il maggior sviluppo, anche in termini
economici, laddove non esiste l'aberrazione della tariffa TUT.
Come si può pensare che la rete decolli in un paese come l'Italia,
cronicamente in ritardo su tutto, e nel quale il gestore telefonico
monopolista applica tariffe assai più elevate rispetto agli altri paesi
europei, per non parlare degli USA in cui i provider pagano le linee un
decimo di quello che costano nel nostro paese?
Facciamo allora un paragone banale: quanti guarderebbero la televisione se
costasse 2.600 lire l'ora?
Si sostiene che 2.600 lire l'ora nella fascia diurna, e 1400 in quella
serale, non sarebbero poi molte. Proviamo allora a fare due conti
ipotizzando un utilizzo di Internet analogo, grossomodo, a quello
televisivo: diciamo un paio d'ore di giorno e un paio la sera. Sono 8.000
lire giornaliere, 240.000 al mese, ovvero 480.000 lire a bolletta, senza
considerare il canone, l'abbonamento al provider, il costo del computer, ecc. Se si pensa che Internet possa decollare con costi del genere, auguri
vivissimi.
Si continua invece con la disinformazione ad arte, cercando di far credere
che le tariffe telefoniche italiane non siano care, anzi (come nello spot
"le tariffe urbane più basse d'Europa" pubblicità Telecom bocciata
dall'Antitrust come ingannevole, provvedimento n. 5942, PI1643, 30/04/98,
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).
E si insiste nel confrontare capziosamente le tariffe tra i vari paesi
senza tenere conto di un fattore fondamentale: il reale potere d'acquisto!
È infatti evidente che il costo di un determinato bene o servizio può avere
un "peso" ben differente a seconda del reddito.
Ebbene, il Corriere della Sera il 2 gennaio 1999 ha pubblicato una ricerca
dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che
confrontava il costo in euro di una telefonata urbana di 3 minuti nei paesi
dell'Unione Europea, considerando il reale potere d'acquisto di ciascun
paese: secondo la tabella pubblicata dal "Corriere" si è scoperto che
l'Italia, alla faccia di tante strombazzate pubblicità, ha le tariffe
telefoniche non solo più care d'Europa ma forse del mondo: quasi il triplo
della media UE! Altro che tariffe urbane più basse d'Europa!
Il problema vero quindi non è la tariffa TUT ma il monopolio di Telecom
Italia. Come ha giustamente scritto Carlini nel suo articolo sull'Epresso
(www.espressoedit.it), condivisibile al 100%, la dimostrazione di quanto
siano gonfiate le tariffe è l'arrivo del gestore Tiscali sul mercato, che
com'è noto offre l'accesso gratis contentandosi di una piccola parte della
tariffa urbana.
Del resto, tutti ci ricordiamo le spaventose tariffe Telecom dei primi
telefonini, che guarda caso hanno cominciato a scendere, e di parecchio,
quando è arrivata Omnitel, e ancor più quando sono arrivati altri gestori a
fare un po' di concorrenza.
Si apra quindi il mercato anche sulle urbane, ma sul serio, e si lasci pure
Telecom Italia libera di tenersi la TUT, la TAT o il canone a 100 mila lire
al mese. Gli utenti potranno finalmente *scegliere*.
Il monopolio sulle urbane è quindi la prima causa dell'arretratezza del
nostro sistema telefonico, che ora si ripercuote su un settore sempre più
vitale per il futuro del paese come la telematica.
Può davvero la quinta potenza industriale del mondo occidentale permettersi
tutto questo solo per far piacere a Telecom Italia?
Meditare prego.

Alessandro Ghezzer
al.ghezzer@flashnet.it

La risposta è nel secondo articolo sui costi dell'internet (M.C.)


Lettere precedenti del 1999