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 Pubblica amministrazione e open source

"Soggezione informatica dello Stato italiano alla Microsoft"
Lettera aperta - 19.10.2000
  
Al Dipartimento della Funzione Pubblica
All'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione
Al Ministero del Tesoro
Loro Sedi

Oggetto: Soggezione informatica dello Stato italiano alla Microsoft

La spesa per investimenti informatici nella nostra pubblica amministrazione è da anni in continua e ingente crescita.
Anche se si tratta di un fenomeno del tutto fisiologico (il nostro Paese è tuttora indietro quanto a informatizzazione del settore pubblico, tant'è vero che la spesa per informatizzare la PA ammonta da noi all'1,3% del Pil contro una media europea del 2,3%) è importante verificare se, all'interno della spesa complessiva, non vi siano per caso voci superflue, costi eccessivi o sperperi inutili.

Tra questi, ad avviso dei sottoscritti - professionisti comunque legati al mondo informatico, operatori della pubblica amministrazione o semplicemente persone interessate, come cittadini, al miglioramento della sua attività e al contenimento della spesa pubblica - vi sono sicuramente i costi sostenuti per l'acquisto di pacchetti di software prevalentemente prodotti dalla multinazionale americana Microsoft, che con la propria suite "Office" monopolizza di fatto il mercato degli applicativi per ufficio (word processor, data-base, presentazioni, "client" di posta elettronica, ecc.).

Questa società, già condannata in America per abuso di posizione dominante e sotto inchiesta anche presso la Commissione europea, seguendo una politica commerciale altamente aggressiva è solita presentare sul mercato a getto continuo nuove versioni dei propri prodotti - in realtà, all'atto pratico, diverse dalle precedenti solo per pochi dettagli o poche marginali funzioni, peraltro quasi mai utilizzate nella normale attività degli uffici - costringendo di fatto i clienti privati e le pubbliche amministrazioni che desiderano mantenersi "allo stato dell'arte" a rinnovare più o meno ogni due anni il proprio magazzino informatico.

L'incentivo alla continua ripetizione degli acquisti è dato, oltre che da un pressante marketing che regolarmente pubblicizza le nuove versioni come "rivoluzionarie" rispetto alle precedenti (le quali, naturalmente, erano state a loro volta presentate come rivoluzionarie rispetto a quelle a loro anteriori) anche dal fatto che normalmente esiste compatibilità verticale tra gli stessi prodotti, ma solo dall'alto verso il basso (e cioè dall'ultima versione verso le precedenti) e non dal basso verso l'alto (e cioè dalle precedenti alle successive). Ne deriva che se un qualunque ministero che ha acquistato i prodotti Office della serie 2000 trasmette per posta elettronica o tramite floppy disk un documento elaborato con questa versione a un altro Ministero che utilizza ancora i prodotti Office della serie precedente, quest'ultimo non sarà in grado di leggerlo.

Si presenta quindi a cascata la necessità per tutte le amministrazioni di dotarsi, naturalmente a caro prezzo, della serie 2000, solo per scoprire che - quando finalmente si saranno "messe in regola" - è già arrivato il momento di acquistare la serie 2001 o 2002.
La scelta di usare software che cambiano ad ogni pie' sospinto provoca anche maggiori costi indiretti a carico della PA:
a) per l'adattamento di tutti i database e delle applicazioni sviluppate con le versioni precedenti
b) per la necessità di nuova formazione del personale.

Dal punto di vista, estremamente delicato trattandosi di enti pubblici, della sicurezza informatica, non va tra l'altro dimenticata l'estrema vulnerabilità dei prodotti Microsoft, da Word (frequentemente attaccabile da macrovirus) al gestore di posta elettronica Outlook Express (maggiore facilità di essere fatto oggetto di attacchi di hackers) e agli stessi sistemi operativi di rete. E' del maggio scorso un comunicato Ansa dal quale si è appreso che l'Autorità per le comunicazioni e altri enti pubblici (compreso qualche ministero) sono stati attaccati con successo da "pirati" brasiliani che hanno modificato le home page dei rispettivi siti.
Si trattava - guarda caso - di siti basati su server Windows NT. E' possibile che le infrastrutture dello Stato debbano dipendere da prodotti privi della necessaria affidabilità dal punto di vista della sicurezza (oltre che, come purtroppo ben noto, dal punto di vista della stabilità informatica) senza che chi li produce e li vende si assuma alcuna responsabilità?

Questa situazione ormai consolidata da anni dimostra che ci troviamo di fronte ad una autentica, inspiegabile "soggezione informatica" dello Stato italiano allo strapotere della Microsoft, resa evidente anche da numerosi altri fattori, come la predisposizione da parte di alcuni Enti di programmi utilizzabili solo dai possessori di computer basati sul sistema operativo Windows e il contestuale, cronico disinteresse per il mondo del c.d. "open software" e in particolare per sistemi operativi ormai molto validi (come Linux) che possono essere acquisiti anche gratuitamente. O come la frequente presentazione da parte di siti pubblici di documenti in formato "Microsoft word" (quasi che questo fosse l'unico programma di videoscrittura esistente sul mercato) operando così una indebita promozione di una società commerciale ai danni delle altre.

Ma ritornando ai programmi per ufficio, ci sono altri elementi significativi da sottolineare. Come dimostra un'indagine presentata nel numero di Ottobre 2000 dell'autorevole rivista "PC Magazine", esistono attualmente sul mercato almeno 5 o 6 pacchetti per Ufficio alternativi a Microsoft Office, dotati di prestazioni pressoché equivalenti, tutti in versione italiana e commercializzati a un prezzo inferiore. Si tratta quindi di verificare per quali motivi la scelta delle nostre amministrazioni - almeno a quanto risulta - non prenda mai in considerazione tali prodotti.
Tale verifica è ancora più necessaria se si considera che tra i pacchetti presi in considerazione dalla citata rivista ve n'è uno che secondo le migliori tradizioni del Web (come è noto, la Rete ha potuto nascere e svilupparsi grazie a due invenzioni - il protocollo TCP-IP e quello HTTP - messe gratuitamente dai loro autori a disposizione dei navigatori di tutto il mondo) è offerto a titolo del tutto gratuito dal suo produttore, la società americana Sun.

Si tratta del pacchetto denominato "Star Office", che secondo l'indagine condotta dagli specialisti di PC Magazine offre "la comodità di un ambiente integrato e una elevata compatibilità con Office" (in modo che, utilizzandolo, si possono tranquillamente leggere file dei formati Microsoft e esportare file negli stessi formati). Inoltre "Star Writer offre un ambiente di lavoro del tutto simile a quello di Microsoft Word, compreso il menu contestuale"; "Star Writer è un programma molto curato che comprende potenti funzionalità per un editing completamente visivo dei documenti; "è possibile selezionare e formattare blocchi di testo non contigui, un'utile caratteristica che Word non offre neanche nella sua versione più recente"; "le funzionalità di correzione automatica e di controllo ortografico sono complete ed esaurienti". Tali giudizi positivi si ripetono in modo più o meno analogo per gli altri elementi del pacchetto; a livello di giudizio finale, a Star Office sono attribuite 4 stelle per la facilità d'uso, 4 per la documentazione, 4 per la funzionalità.

Al pacchetto concorrente della Microsoft ("Microsoft Office 2000") sono attribuite 4 stelle per la facilità d'uso, 4 per la documentazione, 5 per la funzionalità. Con una piccola differenza: Microsoft Office costa un milione duecentomila lire per ciascun pacchetto (ovviamente per acquisti di massa i prezzi scendono, sarebbe interessante sapere di quanto); Star Office è - come abbiamo detto - totalmente gratuito.

Stando così le cose, chiediamo a codesti Enti e Autorità di:

  • Aprire un'indagine sugli acquisti di pacchetti Office Microsoft da parte dei vari Enti, per verificare a quali prezzi sono stati effettuati, con quale frequenza sono stati ripetuti e se siano state effettuate gare per i predetti acquisti tra le ditte concorrenti della Microsoft

  • Invitare gli enti pubblici ad acquistare pacchetti per ufficio al minor costo allorché siano state riscontrate in offerta concorrenziale caratteristiche comparabili di facilità d'uso e rispondenza dei singoli prodotti alle esigenze degli enti stessi (specie laddove queste si identifichino, come normalmente accade, nella semplice produzione di documenti o in altre elementari funzioni) nonché a verificare se analoghe caratteristiche sono assicurate da prodotti che possono essere acquisiti gratuitamente.

    Roma, ottobre 2000