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 Commercio elettronico

Sistemi di pagamento per il commercio elettronico - 1
di Claudio Rotunno - 16.11.2000

1. Introduzione

Con l'ampliarsi del commercio elettronico emergono problemi nuovi legati alla trasposizione dei tradizionali mezzi di pagamento nel nuovo contesto ed anche la necessità di mezzi di pagamento nuovi, in grado di assecondare le esigenze di sicurezza e di autenticazione che una transazione telematica su una rete aperta pone. L'utilizzo della crittografia e delle sue applicazioni (la firma digitale, ad esempio) rappresenta sicuramente una valida risposta a tali esigenze.
Il commercio elettronico ha un suo cuore che è rappresentato da un momento cruciale nell'ambito di qualsiasi sua applicazione: il pagamento dei servizi o dei beni acquistati in rete. Tutti i benefici dell'utilizzo del mezzo elettronico verrebbero vanificati se, a conclusione di un contratto via Internet, ci si riducesse a forme di pagamento tradizionali come un bonifico bancario o l'invio dei dati della propria carta di credito via fax o per mezzo del telefono (E. M. TRIPODI, M. GASPARINI, Firma digitale e documento informatico, Roma, 1998, p. 102 ss., parlano di "diseconomie complessive che la procedura off-line genera [.]").

La maggior parte delle resistenze e dei timori circa la sicurezza delle transazioni telematiche si concentra su questo aspetto. Si tratta - è chiaro - di una partita importante, e per capirlo basta guardare all'enorme quantità di mezzi con cui si sono mossi istituti già attivi nel settore dei pagamenti con carta di credito, come Visa e Mastercard. Il 12 luglio 2000 Visa e Trintech Group hanno annunciato accordi sull'uso del sistema PayWare mAccess, destinato al cosiddetto mobile commerce, nuova frontiera - via telefonino - del commercio elettronico (si veda il sito www.trintech.com. Il 3 agosto Mastercard ha annunciato un simile accordo con InterVoice Brite). La paura di perdere una nicchia di mercato in prevedibile rapida crescita è, quindi, sintomatica dell'importanza da attribuire ai sistemi di pagamento per le transazioni telematiche.
Si vedrà che la crittografia e la firma digitale giocano un loro ruolo nell'ambito dei vari sistemi di pagamento a disposizione sulla Rete.

Si sostiene che le vere esigenze del commercio elettronico stanno nell'utilizzazione di canali sicuri per le transazioni, e non nella ricerca dell'identificazione certa dei contraenti. Basterebbe quindi la crittografia, in quanto in grado di garantire la riservatezza dello scambio delle informazioni e la non alterazione delle stesse. Non occorrerebbe invece la firma digitale, specifica applicazione della crittografia (vedi M. Cammarata, Firme digitali, canali sicuri e chiavi biometriche, del 21 maggio 1999).
Ci sentiamo di dissentire, in parte, da queste affermazioni, in quanto non crediamo che esista, come è stato sostenuto, una "sicurezza intrinseca del commercio elettronico". Un rischio (ma è solo uno dei tanti) come quello della sottrazione della carta di credito al titolare o dell'abusiva copia del relativo numero, è un problema che non può trovare soluzione facendo affidamento sul fatto che i beni acquistati fraudolentemente saranno comunque consegnati a qualcuno, molto probabilmente l'autore dell'atto illecito.

La questione è appunto che, in molti casi, il bene viene consegnato senza che l'identità del consegnatario sia accertata. A complicare il problema c'è il fatto che, nel caso di copia abusiva del numero di carta di credito, il titolare ne viene a conoscenza, molto spesso, solo all'invio dell'estratto conto.

2. I vari sistemi di pagamento

Si è soliti suddividere in tre categorie i servizi di pagamento utilizzati in Rete (Si consulti A. OMARINI, Fare business in Rete, a cura di A. CARIGNANI, A. MANDELLI, Milano, 1999, p. 263 ss.):
credit based (l'utilizzo delle carte di credito in Internet);
debit based (si pensi agli assegni elettronici);
token based (in quest'area sono ricompresi gli strumenti di moneta elettronica).
La portata veramente innovativa, in questa panoramica di mezzi di pagamento, proviene proprio dalla moneta elettronica. La moneta elettronica sostituisce il denaro contante, le banconote (vedi D. MASCIANDARO, A. MANTICA, Evoluzione del sistema dei pagamenti, Internet e cybericiclaggio: prime riflessioni, in AA. VV. a cura di D. Masciandaro e F. Bruni, Mercati finanziari e riciclaggio: l'Italia nello scenario internazionale, Milano, 1998, p. 67).

Prima di effettuare una disamina degli strumenti di pagamento utilizzati in Internet occorre fare una precisazione, chiarendo che con essi non vanno confusi gli EFT (Electronic Fund Transfers). Questi ultimi sono stati definiti in dottrina come ordini di trasferimento di fondi effettuati attraverso sistemi elettronici, suddivisi in sistemi "on line" oppure "off line", a seconda che l'ordine si concreti in un effettivo trasferimento interamente elettronico (in cui l'elaboratore, oltre a trasmettere l'ordine di addebito o di accredito, contemporaneamente lo esegue) o che all'ordine segua una successiva scrittura contabile, ancorché automatizzata (E. GIANNANTONIO, Trasferimenti elettronici dei fondi e autonomia privata, Milano, 1986, p. 6 ss. e E. GIANNANTONIO, Manuale di diritto dell'informatica, 2a ed., Padova, 1997, p. 269 ss.).

La differenza principale sta nel fatto che i trasferimenti elettronici di fondi vengono effettuati su reti proprietarie e sicure, attraverso procedure prestabilite, in cui le parti sono identificate e assoggettate a regole stabilite in convenzioni (ad esempio il sistema Fedwire).
Internet è invece una rete pubblica e aperta. Quindi il contesto è completamente diverso da quello degli EFT, con le conseguenze che vedremo nei prossimi articoli.