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Commercio elettronico

Scommesse on line, i provider nel mirino

06.10.05

 

Nel disegno di legge della Finanziaria 2006, in discussione in questi giorni al Parlamento, c'è un passaggio che interessa i fornitori di servizi internet. Riguarda l'annoso problema delle scommesse on line, che spesso si sottraggono ai balzelli dei Monopoli di Stato perché i siti dai quali sono gestite si trovano all'estero. Ed ecco la soluzione, come si legge in una delle ultime bozze del disegno di legge:

--. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze - Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, fermi i poteri dell'autorità e della polizia giudiziaria ove il fatto costituisca reato, comunica ai fornitori di connettività alla rete internet ovvero ai gestori di altre reti telematiche o di telecomunicazioni o agli operatori che in relazione ad esse forniscono servizi tematici o di telecomunicazione, i casi di offerta, attraverso le predette reti di giochi, scommesse o concorsi pronostici con vincite in denaro in difetto di concessione, autorizzazione licenza od altro titolo autorizzatorio o abilitativi o comunque in violazione delle norme di legge o di regolamento o dei limiti o delle prescrizioni definiti dall'Amministrazione stessa.
--. I destinatari delle comunicazioni hanno l'obbligo di inibire l'utilizzazione delle reti, delle quali sono gestori o in relazione alle quali forniscono servizi per lo svolgimento dei gioch, delle scommesse o dei concorsi pronostici di cui al comma --, adottando a tal fine misure tecniche idonee in conformità quanto stabilito con uno o più provvedimenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze - Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.

Seguono le sanzioni amministrative, che possono arrivare alla non modica cifra di 180.000 euro.

In sostanza, non potendo perseguire gli "evasori", il Governo attacca i fornitori di accesso all'internet, con le solite disposizioni contorte e le solite sanzioni esorbitanti.
Ma c'è un piccolo problema: queste disposizioni potrebbero essere in contrasto con l'ordinamento comunitario, anche perché limiterebbero la libera circolazione dei beni e dei servizi.
Se la disposizione passerà (come è probabile), ne riparleremo.

(T. D.)

 

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