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Firma digitale

Si possono mettere in soffitta le vecchie leggi? 

17.04.06

Vedi anche: 
Buste paga via posta elettronica: sì, ma come?
di Paolo Ricchiuto
Buste paga via posta elettronica? C'è la PEC... di Manlio Cammarata
Cedolini, il vero problema è la privacy di Fabio Annovazzi

Ha suscitato qualche interesse la questione dei cedolini degli stipendi da inviare via PEC, con le diverse interpretazioni della posizione del Ministero del lavoro.
Tra le e-mail arrivate in questi giorni ce n'è una che indica una soluzione diversa. "Nell'azienda dove lavoro - scrive un letttore - il cedolino stipendio viene reso disponibile in formato pdf su una apposita sezione del sito intranet aziendale il giorno stesso in cui lo stipendio viene accreditato. L'accesso al sito intranet avviene nel rispetto delle norme (login e password) previste dalle famose regole tecniche emanate in seguito al DLgs 196/03 e ciascun dipendente ha la visibilità dei propri cedolini".

Il lettore chiede se questa soluzione rispetta la normativa vigente. Ma si deve fare una domanda "a monte": qual è la normativa vigente?
Formalmente, è la legge n. 4 del 1953, richiamata appunto dal Ministero del lavoro. Per il pubblico impiego c'è la norma della legge finanziaria 2005 (art. 1, c. 197), con il decreto del Ministero dell’economia del 12 gennaio 2006. Queste regole possono valere anche per il settore privato?
Considerando che, a partire dalla firma digitale, molte norme sulla dematerializzazione si applicano sia alla pubblica amministrazione sia ai privati, la risposta potrebbe essere affermativa.

In effetti, il comma 197 rappresenta il superamento, a livello legislativo, delle disposizioni del 1953, che per il settore pubblico possono considerarsi implicitamente abrogate. Questo è logico, è normale conseguenza della diffusione delle nuove tecnologie. Ma allora, perché non farne una regola? Perché non studiare qualche norma di carattere generale che metta in soffitta le vecchie leggi, quando la tecnologia impone (o semplicemente consiglia) soluzioni che prima non potevano neanche essere immaginate?

Dal documento del Ministero del lavoro emerge la difficoltà di fondo: sfruttare l'innovazione conciliandola con le vecchie leggi. Le soluzioni non possono essere che complicate, fino all'inapplicabilità pratica.
Allora le risposte devono essere trovate in altro modo. Si devono "reingegnerizzare i processi" avendo come riferimento non il rispetto formale delle vecchie regole, ma l'uso dei nuovi strumenti in funzione del risultato che si vuole ottenere.

Però, sembra che ogni soluzione generi un nuovo problema: nell'uso della posta elettronica, ci ricorda l'intervento di Fabio Annovazzi, c'è un grave problema di riservatezza delle informazioni. E la crittografia comporterebbe altre complicazioni...

(M. C.)

P.S. Paolo Ricchiuto chiede di precisare che l'espressione "Ricchiuto sostiene..." contenuta nel mio pezzo Buste paga via posta elettronica? C'è la PEC... non significa che è lui che sostiene, ma che, secondo la sua interpretazione, "il Ministero sostiene". Ecco fatto.

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