Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 

 Diritto d'autore

Come può cambiare la distribuzione delle opere protette
di Daniele Coliva - 22.05.03

La distribuzione di opere musicali ha subito negli ultimi anni una trasformazione incredibile; i nuovi strumenti di circolazione delle opere sono entrati in rotta di collisione con regole predisposte quando la tecnologia era ancora anni luce lontana dallo stato attuale e soprattutto con gli interessi patrimoniali dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale (sempre meno gli autori).
Il grande balzo in avanti della tecnologia ha determinato una reazione che si può definire violentissima degli aventi diritto, che si è sviluppata su due piani: il primo, economico, ha visto un sostanziale aumento del costo delle opere; il secondo, normativo, ha prodotto negli USA il DMCA (Digital Millennium Copyrigh Act) e in Europa la EUCD (European Union Copyright Directive).

Uno degli aspetti più rilevanti della recente legislazione è costituito dalla tutela giuridica, anche penale, delle misure tecniche di protezione predisposte dal titolare dei diritti, le quali hanno sostanzialmente ridotto le possibilità di fruizione dellíopera se non nei limiti dettati dal produttore. Così un CD audio a volte non può essere ascoltato mediante il lettore CD del computer, un DVD video può essere riprodotto su PC che funzionino solamente con un certo sistema operativo, e cosi via.

L'utente legittimo si sente in qualche misura "sfruttato", nel senso che gli sono inibiti comportamenti prima assolutamente legittimi e tollerati (si pensi alla duplicazione su musicassette per la riproduzione in auto, nella propria auto s'intende) oggi sono divenuti a rischio. La sensazione di compressione è data anche dal fatto che la fruizione dell'opera sembra ristretta solo agli strumenti, ai luoghi ed ai momenti decisi dal titolare dei diritti.

E' evidente che in questo quadro (ma è difficile individuare esattamente la causa primaria) il ricorso al file sharing sia diventato un comportamento abituale e a volte ritenuto quale "doverosa" reazione a ciò che viene percepito come un abuso. Perché comprare musica (a quei prezzi, si aggiunge) quando posso averla gratis?
Una prima e ovvia risposta è perché comprare è il solo modo per rispettare la legge. Tuttavia i modelli di distribuzione legittima di musica non hanno incontrato particolare favore; il file sharing continua ad impazzare e a raffinarsi. Il motivo è agevolmente percepibile: le opere "acquisite", oltre ad essere gratuite, non presentano limitazioni alla loro utilizzazione.

Se si esaminano le condizioni contrattuali dei più importanti sistemi distributivi di musica online, si può rilevare che solitamente è richiesta la corresponsione di un canone di abbonamento e i file scaricati non possono essere copiati su altri computer, nè masterizzati o copiati su di un lettore MP3 portatile, a meno di non pagare un sovrapprezzo. Non solo, in un caso (www.pressplay.com) i file scaricati, non masterizzabili, non sono fruibili dopo la cessazione dellíabbonamento.

Diverso è il modello di Apple, con il suo Music Store (http://www.apple.com/music/store/). Forse, anzi sicuramente, nelle scelte di Cupertino ha giocato un ruolo importante il suo ruolo di produttore di hardware, per cui è stato raggiunto un punto di convergenza tra interessi dei titolari dei diritti díautore e la casa della mela.

Le caratteristiche essenziali del servizio sono:
-nessun canone di abbonamento
-costo di $ 0,99 per brano scaricato ($ 9,95 per un CD)
-possibilità di masterizzazione illimitata su CD (per uso personale, è sottinteso)
-possibilità di copia su di un numero illimitato di iPod (il lettore MP3 di Apple)
-possibilità di ascolto su al massimo 3 computer (Mac, of course)

Va precisato che per possibilità non si intende solo quella tecnica, ma anche quella giuridica; la copia personale, anche in più esemplari, è esplicitamente autorizzata.
In sostanza, se da un lato il costo del brano musicale è superiore alla media di altri servizi online, dallíaltro si è quasi completi ìpadroniî dello stesso.
Ciò dimostra che sono possibili modelli economici diversi, nei quali sia maggiormente rispettata la posizione del cliente / consumatore, non più prigioniero del suo computer.

E' interessante notare che l'idea sia nata in casa di un produttore di computer, e non in una major. Lascio ad altri la spiegazione.