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Attualità

1994-2004: dieci anni di società dell'informazione

di Manlio Cammarata - 08.01.04
  
Tre fatti, per la materia che ci riguarda, segnano l'inizio di quest'anno.
Il primo è il decreto-legge della vigilia di Natale, che in una prima versione uscita ufficiosamente dal Palazzo il 23 dicembre infliggeva colpi durissimi al diritto alla riservatezza dei cittadini. Il Corriere della sera pubblicava dichiarazioni del PM Saviotti, soddisfatto per la conservazione per cinque anni anche dei testi delle e-mail...
Insorgevano ALCEI, gli internet provider e lo stesso Garante per la protezione dei dati personali. Il testo approvato il 24 dicembre è più accettabile, anche se presenta difficoltà applicative (vedi Dati del traffico: chi-conserva-cosa di Andrea Monti) e potrebbe subire modifiche nella discussione parlamentare per la conversione in legge.

Tornano alla mente le considerazioni fatte dopo l'11 settembre 2001(Ora è a rischio la libertà della Rete): con la giustificazione della lotta al terrorismo la libertà dei cittadini sarà sempre più limitata.  Recentissime notizie confermano quelle facili previsioni, come la conferma dell'esistenza di centri di intercettazione delle comunicazioni su scala planetaria o il prelievo dei dati biometrici di chi entra negli Stati Uniti da un grande numero di Paesi.
Ma la privacy non è costantemente violata solo in funzione della sicurezza: i produttori di e-content cercano di frugare (e in moltissimi casi ci riescono) nei PC degli utenti alla caccia di contenuti cosiddetti "illegali", quelli di beni di largo consumo si ingegnano a pedinare i consumatori con le etichette "intelligenti"...

Il secondo fatto significativo è del 2 gennaio: la banale rottura di un tubo dell'impianto di raffreddamento di un'importante centrale telefonica provoca un black out dei cellulari e di grandi sistemi informatici in diverse zone della Penisola. L'ennesimo esempio della vulnerabilità delle infrastrutture essenziali della società in cui viviamo.

Intanto - e questo è il terzo fatto - la Rai celebra i sui cinquant'anni e fa rullare i tamburi per l'avvento della televisione digitale terrestre. Poco importa che gli esperti dicano che la vera diffusione di questo sistema si avrà (forse) tra diversi anni e che la stessa presidente Annunziata tiri le orecchie ai top manager dell'azienda, ricordando che "è illusorio pensare che con il digitale terrestre possa nascere nel breve periodo una nuova offerta di contenuti".
La campagna pubblicitaria non si arresta, un futuro più o meno lontano viene presentato come una realtà attuale, si sottolinea che tra le meraviglie del digitale terrestre ci sarà la tanto sospirata "interattività".

Sospirata da quando? Sfoglio l'archivio dei miei articoli e trovo un pezzo significativo: un'intervista del 13 gennaio 1994 a Jim Clark, fondatore e allora chairman di Silicon Graphics. La società californiana, all'avanguardia nel visual computing, aveva avviato un esperimento di TV interattiva a Orlando, in Florida, insieme a Time Warner 
L'argomento dell'intervista era appunto la TV digitale e interattiva, a quel tempo possibile sono via cavo. Ma Clark divagava e spesso e parlava di una cosa che sembrava interessarlo molto: "the Internet". Già da qualche anno smanettavo con il modem e usavo regolarmente la posta elettronica, sull'internet di allora avevo fatto qualche faticosa escursione (quanti dei miei lettori ricordano il Gopher?). Avevo anche letto qualcosa sul world wide web e sull'interfaccia grafica "Mosaic". Ma l'argomento mi sembrava fuori tema e dall'intervista tagliai quei passaggi.

Due settimane dopo, quando l'articolo arrivò in edicola, Clark non era più chairman di Silicon Graphics: si apprestava a fondare la Mosaic Communications insieme a Marc Andreessen, l'inventore del primo web browser grafico. E a lanciare Netscape! 
Certamente Clark aveva studiato con attenzione il documento che  Clinton e Gore avevano pubblicato un anno prima, "Technology for America's Economic Growth, A New Direction To Build Economic Strenght" (22 febbraio 1993): la prima visione delle "autostrade dell'informazione", in chiave esclusivamente americana.

Sempre nel 1994 in Europa era stato presentato il "Rapporto Bangemann", scritto da una commissione di alto livello, istituita dal Consiglio europeo con l'incarico di preparare un rapporto "sulle misure specifiche che la Comunità e gli Stati membri dovranno prendere in considerazione in relazione alle infrastrutture dell'informazione". Il Rapporto Bangemann fu presentato il 24 giugno 1994 e fu alla base della conferenza ministeriale del G7 sulla società dell'informazione, che si aprì a Bruxelles il 25 febbraio 1995. Intervenne Al Gore in persona, con una memorabile relazione in cui il progetto delle "autostrade" americane diventava un progetto per il mondo intero.

Dunque non è del tutto arbitrario assegnare al 1994 il significato di "anno I" della società dell'informazione. A Netscape va il merito di avere aperto per milioni di persone le rotte del world wide web; al Rapporto Bangemann quello di avere indicato all'Europa le linee dello sviluppo che, bene o male, sta percorrendo. E se gli anniversari servono anche a riflettere su come si realizzano le aspettative del passato, allora può essere utile considerare sotto questa luce gli avvenimenti di oggi, dalle questioni che riguardano la privacy ai black-out delle tecnologie, per finire con l'annuncio italiano della TV interattiva.

Già, la TV interattiva. Jim Clark se n'era già stancato dieci anni fa: "The slope of growth of the television industry is zero. It's even negative. Television doesn't change", si legge in un'intervista dell'aprile del '94, ancora visibile su Wired. Il "visionario" Clark aveva previsto nel web il futuro della società dell'informazione.

Post-scriptum. Nel febbraio del '95, pochi giorni prima della conferenza del G7 sulla società dell'informazione, in Italia era nata l'idea di organizzare un convegno multimediale su alcuni problemi giuridici legati alla diffusione delle tecnologie. Con Paolo Nuti (oggi presidente di MC-link SpA) avevamo trovato un titolo che suonava bene: Comportamenti e norme nella società vulnerabile. E che poi è diventato InterLex.
Chi avesse voglia di sfogliare quelle vecchie pagine, troverebbe molti temi allora "futuribili" e oggi di grande attualità su questo, che è il "primo" sito del web italiano sugli aspetti giuridici della società dell'informazione. Nonostante venga ripetutamente annunciata la nascita dell'ennesimo "primo" sito italiano sulla materia...