Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 

 Attualità

Non si vota per la new economy
di Manlio Cammarata - 10.05.01

Aggiornamenti dal web sui programmi elettorali per la società dell'informazione, la new economy e lo sviluppo dell'internet: pochissimi i messaggi arrivati in risposta all'appello lanciato una settimana fa nell'articolo Elezioni 2001, navigando tra i siti della politica. Le segnalazioni riguardano una sezione del forum di Rutelli, che era sfuggita alla prima ricerca, e un aggiornamento delle pagine del CCD, con diverse indicazioni in tema di telecomunicazioni e new economy.
Invece è di dominio pubblico la pubblicazione on line, martedì scorso, del programma elettorale di Forza Italia. Vediamo qualche dettaglio.

Centro cristiano democratico

La voce New economy del sito del CCD conduce a una serie articolata di pagine con brevi osservazioni e proposte sull'internet per le famiglie e per le imprese, i vantaggi per la pubblica amministrazione, il monopolio delle telecomunicazioni e via discorrendo. C'è anche il testo di una proposta di legge per l'accoglimento della direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico. Anche se il tutto è piuttosto generico, le proposte del CCD danno l'idea di una visione organica abbastanza aggiornata ed equilibrata dei problemi sul tappeto.

Forza Italia

Nel sintetico "Piano di governo" pubblicato due giorni fa c'è una sola voce in cui si tratta di nuove tecnologie. E' un paragrafo della sezione dedicata alla riorganizzazione degli apparati dello Stato che non aggiunge indicazioni di rilievo rispetto a quelle già note. Nessun accenno ai problemi della libertà di espressione o agli altri temi dei quali si discute in queste settimane.

Rutelli 2001

Nella rassegna della scorsa settimana ci era sfuggita una pagina importante, una sezione del forum intitolata Società dell'informazione e new economy. Nel botta e risposta con gli elettori è riportata la visione espressa da Rutelli al Futurshow e ci sono alcune risposte su problemi specifici, come le tariffe di connessione e la legge 62/01, purtroppo affette da qualche superficialità e disinformazione.
Nell'insieme il sito del candidato del centro-sinistra appare quello più vicino ai problemi reali della Rete, e il forum è l'unico punto di discussione che abbiamo trovato sull'argomento.

Conclusioni

Quando il prossimo numero di InterLex sarà "in edicola" sul web, sapremo già quale delle due coalizioni governerà l'Italia nel prossimo futuro. Ma non sapremo se ci sarà una svolta per quella parte degli italiani, ormai rilevante, che ha fatto dell'internet uno strumento di comunicazione, di lavoro, di svago, di crescita sociale e culturale.

Il dato di fatto che emerge a quattro giorni dal voto è questo: nessuna formazione politica ha considerato la new economy e la società dell'informazione come un tema importante della campagna elettorale. Molti partiti e molti candidati sono presenti sul web, ma quasi nessuno ha usato la Rete per un dialogo con quella parte degli elettori che oggi costituisce la parte "connessa" della popolazione. E si tratta comunque di parecchi milioni di persone, anche nella discordanza delle cifre che vengono fornite dai diversi organismi di ricerca.

Il quadro della situazione si completa con uno sguardo alla passata legislatura e alle varie proposte di legge che sono state avanzate nei due rami del Parlamento. A parte il segno generalmente repressivo di diverse proposte (in particolare quelle della destra), appare evidente il singolare accordo tra maggioranza e opposizione nell'approvazione di due pessime leggi, come quella sul diritto d'autore e quella sull'editoria, e resta inaccettabile il naufragio del provvedimento "salvaprovider" negli ultimi giorni di vita delle Camere. Tre casi in cui il peso delle lobby ha prevalso sui principi e sull'interesse della collettività.

Il bilancio della passata legislatura appare tanto più pesante se si considera che in questi cinque anni, e in particolare negli ultimi due, si è verificato il decollo della Rete in Italia. Deputati e senatori non si sono resi conto delle dimensioni della posta  in gioco. Solo nel settore della pubblica amministrazione sono stati formulati progetti innovativi e sono stati conseguiti risultati non disprezzabili, ma per merito del Governo (e dell'Autorità per l'informatica nella PA) e non per iniziative parlamentari.
Eppure da sette anni tutto il mondo industrializzato vede le tecnologie dell'informazione come lo strumento principale dello sviluppo. Anche in Italia, tra il '94 e il '95, il problema era stato affrontato: chi ne ha voglia, può rileggere un articolo del 1995, La situazione italiana nella sfida multimediale in cui si dava conto di un'indagine del Senato "in tema di multimedialità". Ma poi tutto è finito nel nulla, a partire dall'importantissimo disegno di legge 1138 sul sistema televisivo.

E adesso andiamo a votare.