1997: LA LEGGE E LA RETE
Attualità

La società dell'informazione in Italia
nel programma elettorale dell'Ulivo

Questi due documenti sono stati pubblicati nei siti Web dell'Ulivo durante la campagna elettorale del 1996. Sono poi scomparsi dalla Rete, ma li abbiamo recuperati perché sono ancora molto attuali. (Manlio Cammarata, 8 aprile 1997)

Società delle comunicazioni e mercato globale
Patto per la telematica

Società delle comunicazioni e mercato globale.

Reti via cavo, via etere e via satellite, servizi di telecomunicazione, editoria, radiotelevisione, produzioni multimediali e audiovisivo.

Premessa.

· Lo sviluppo armonico della società delle comunicazioni, reso possibile dalle nuove tecnologie e dall'integrazione fra telecomunicazioni, informatica, radiotelevisione, editoria, servizi multimediali, audiovisivo, è elemento fondamentale per la crescita della democrazia e dell'economia in un paese moderno. Il nuovo sistema produce effetti non solo sul modo con cui le persone comunicano, e quindi si informano e si divertono, in un ambiente sempre più aperto al mondo, ma anche sui processi educativi e di formazione, sui servizi offerti dalla pubblica amministrazione, sulla sanità e sulla assistenza, sulla giustizia, sul modo di lavorare, sui servizi alle imprese.

· Le comunicazioni elettroniche sono strumenti con altissime potenzialità ecologiche: permettono di ottimizzare le risorse (soprattutto quelle ambientali ed energetiche), e di redifinire le aree produttive attraverso il decongestionamento degli spazi urbani a favore delle periferie. Favoriscono una migliore qualità di vita, garantendo ambienti di lavoro più salubri e servizi più efficienti (si pensi alla telemedicina).

· L'importanza e l'impatto delle comunicazioni sulla vita dei singoli e nella società sono tali da richiedere una rinnovata attenzione verso le forme in cui si esprimono i diritti "di cittadinanza", e quindi di accesso e partecipazione attiva ai processi e all'ambiente globale. Le comunicazioni propongono una nuova questione sociale: è necessario evitare una ulteriore divisione tra chi è provvisto di conoscenze adeguate e chi è, e sarà, sempre più emarginato dai nuovi saperi. E' inoltre urgente salvaguardare i diritti inviolabili della persona, e tra questi la dignità delle persone e gli ambiti di riservatezza tutelati dalla Costituzione.

· Obiettivo prioritario è quello dell'alfabetizzazione informatica, e quindi della progettazione e realizzazione di una vasta campagna di diffusione scolastica. La destinazione di risorse al sistema educativo, e quindi agli individui, recherà sicuro giovamento alla qualità e alla quantità della produzione nazionale ed europea. Gli investimenti in questo settore avranno un ritorno economico non immediato, ma essendo diretti alle persone, e soprattutto ai giovani, costituiscono la premessa fondamentale per vincere le sfide che ci attendono. Occorre offrire a tutti la possibilità di essere effettivi cittadini del mondo, e ciò anche al fine di superare la frattura sociale tra diversi livelli di competenza. I grandi operatori di telecomunicazione dovranno cooperare affinché i processi di alfabetizzazione siano favoriti dalla presenza di reti e servizi accessibili alle istituzioni scolastiche, educative e scientifiche con tariffe privilegiate.

· Lo sviluppo della società delle comunicazioni deve essere accompagnato da una riforma dell'organizzazione della pubblica amministrazione. In una economia a carattere globale come quella contemporanea, i sistemi nazionali dove le singole imprese hanno la loro base operativa si rivelano un fattore determinante per la competitività. Se questi sistemi sono inefficienti le aziende ne soffrono in modo rilevante, e molto di più che nel passato.

· Il Governo e il Parlamento dovranno svolgere un ruolo di indirizzo che, conformemente ai principi che regolano il mercato unico europeo, determini un quadro di regole volte al rafforzamento del pluralismo economico, cosicché aziende di varie dimensioni possano coesistere. Il pluralismo e la concorrenza fra gestori delle infrastrutture, fornitori e distributori di servizi, e produttori di contenuti sono elementi indispensabili per lo sviluppo di una società in grado di offrire agli individui possibilità di crescita economica, sociale e culturale. Il pluralismo e la concorrenza sono anche necessari per liberare e far convergere sul sistema le iniziative finanziarie, che certamente non mancano, e le risorse umane.

· Importanti settori del sistema delle comunicazioni sono stati dominati da monopoli, che adesso sono in via di graduale superamento in virtù dei processi di liberalizzazione avviati, salvo rare eccezioni, dapprima in sede comunitaria e successivamente dalle legislazioni nazionali. La liberalizzazione dei mercati deve avvenire in un quadro normativo che garantisca il funzionamento di infrastrutture in concorrenza. Bisogna contestualmente incentivata la presenza di molteplici operatori, ai quali in prospettiva non potranno essere imposte limitazioni allo svolgimento di attività nei vari settori.

· La realizzazione delle nuove infrastrutture non deve avvenire in modo centralistico. Occorre affidare un ruolo importante agli enti locali, ai comuni, alle province e alle regioni. Una articolazione anche su base locale delle reti risponde peraltro alla necessità di sviluppare su tutto il territorio nuove opportunità economiche e culturali, e consente un potenziamento delle possibilità di accesso ai mezzi di comunicazione.

· I meccanismi del mercato devono essere indirizzati verso la progressiva attenuazione delle situazioni di arretratezza per i soggetti più deboli economicamente o geograficamente. Forme di mutualità opportunamente individuate potranno contribuire agli investimenti nelle aree meno favorite: la globalizzazione deve favorire lo sviluppo dell'occupazione, la diffusione e i consumi di servizi e prodotti di natura sociale, culturale e di intrattenimento. Il concetto di servizio universale, cioè il diritto per tutti di poter usufruire di determinati servizi pubblici, deve essere difeso e allargato. Ciò implica una immediata identificazione dei soggetti pubblici e privati, a partire da università, scuole, piccola e media impresa, che in via prioritaria andranno collegati con la larga banda e una ridefinizione delle politiche tariffarie che oggi penalizzano l'uso diffuso delle reti e dei servizi telematici.

· Nel settore postale è indispensabile raggiungere un livello di efficienza e di qualità analogo a quello dei paesi più avanzati. Allo stesso tempo deve essere concluso nei tempi previsti il processo di privatizzazione delle Poste e bisogna sviluppare nuove forme di corrispondenza mediante l'uso di tutte le tecnologie della comunicazione. Occorre conservare il valore della diffusione capillare sul territorio degli uffici postali nella prospettiva che essi diventino anche moderni centri di servizi telematici.

· E' necessario infine garantire una presenza attiva dell'Italia all'interno di tutti gli organismi internazionali.

Autorità indipendente per il settore delle comunicazioni e nuove competenze ministeriali.

· Le esperienze dei maggiori paesi industrializzati dimostrano che solo la presenza di autorità amministrative indipendenti, con poteri normativi e decisionali, può garantire il rispetto dei princìpi sanciti dalla Costituzione e dalle leggi, e la duttilità necessaria per intervenire rapidamente nella risoluzione dei problemi posti dall'evoluzione tecnologica. Il settore ha bisogno di un organo in grado di emanare con tempestività regole specifiche, poiché nessuna legge antitrust di carattere generale contiene gli strumenti realmente efficaci per assicurare il pluralismo in aree delicatissime per la libertà di manifestazione del pensiero.

· Il sistema delle comunicazioni, a causa della richiamata integrazione e interdipendenza dei vari settori, necessita la presenza di una Autorità unica, divisa però al proprio interno in due sezioni: la prima specializzata sulle infrastrutture di telecomunicazione via cavo, via etere e via satellite; la seconda competente sui servizi e sui prodotti che transitano nelle infrastrutture.

· Occorre creare contestualmente autorità locali per la organizzazione e la promozione delle reti civiche. Tale autorità avranno il compito di coordinare le iniziative dei soggetti istituzionali, raccogliere informazioni sull'implementazione tecnica delle reti e vigilare sulla tariffazione agli utenti dei servizi di rete e sull'accesso alle reti dei cittadini.

· E' necessario altresì lavorare all'ipotesi di un'Autorità europea per le comunicazioni, in grado di favorire una omogeneità normativa nel mercato unico.

· Le competenze delle istituzioni di Governo nel settore (Ministero delle poste e delle telecomunicazioni, Dipartimento informazione e Dipartimento dello spettacolo della Presidenza del Consiglio) devono essere riformate e riorganizzate.

Telecomunicazioni, informatica, reti civiche e multimedialità.

· Il sistema delle comunicazioni sta crescendo sull'integrazione fra le infrastrutture via cavo, via etere e via satellite e fra le telecomunicazioni e l'informatica. Le aziende, che concentravano le proprie attività prevalentemente in un solo settore (hardware, telefonia o programmi per i computer), ora offrono agli utenti servizi e prodotti integrati. La competizione nei servizi, richiede grandi investimenti e alleanze strategiche fra diversi operatori, quasi sempre di diversa nazionalità.

· L'offerta di servizi è di buon livello se rapportata al contesto europeo; con grande sforzo dobbiamo comunque avviarci verso la situazione statunitense, caratterizzata dalla presenza di molteplici servizi disponibili alla comunità.

· Occorre favorire la competizione fra tutti i soggetti e il raffrozamento delle aziende italiane nel mercato globale. La concorrenza e le privatizzazioni nel mercato delle comunicazioni incentiveranno l'innovazione, la diffusione dei servizi e il contenimento dei costi. E' comunque necessario ricordare che il mercato, così come è strutturato attualmente, non garantisce che la società delle comunicazioni possa ampliare l'occupazione e gli investimenti nell'industria nazionale. In particolare esiste il rischio dell'uscita delle imprese italiane dal settore informatico, e quindi della riduzione del lavoro alla semplice gestione delle infrastrutture, relegando ad altri l'aggiunta di intelligenza e il controllo delle tecnologie. Può essere utile, al fine di ridurre questo rischio, una funzione di stimolo da parte della domanda pubblica.

· La privatizzazione della STET dovrà avvenire in un quadro di precise garanzie, tali da favorire il rafforzamento sul piano internazionale dell'azienda, a cui non devono comunque esser posti condizionamenti che ne pregiudichino il ruolo globale.

· Punto di partenza è il mercato delle imprese dove servizi di telecomunicazione e servizi informatici sono gestiti in modo sempre più integrato; fondamentali sono poi i servizi offerti al cittadino, che contribuiscono al rinnovamento del rapporto tra comunità e burocrazia e al decentramento amministrativo e fiscale. Nuove opportunità saranno offerte dal telelavoro.

· Un ruolo importante è costituito dalle reti civiche su scala metropolitana, provinciale e regionale (per rete civica si intende un sistema di servizi diffusi tramite reti telematiche tra i quali rientrano: i servizi al cittadino forniti dalla pubblica amministrazione; servizi informativi locali; servizi commerciali; telelavoro e altri servizi di rete a valenza locale). Le reti civiche devono essere in grado di collegarsi tra loro a formare una "rete delle città".

· La cablatura e l'uso dei satelliti consentiranno uno sviluppo dei servizi multimediali, delle reti civiche, del telelavoro, e favoriranno l'internazionalizzazione di tutto il sistema dei servizi.

· Il paese deve investire nella creatività, creando le premesse affinché tutti gli operatori e i lavoratori siano in grado di utilizzare le infrastrutture per offrire e ricevere servizi e prodotti.

· E' necessario essere ben coscienti e realistici sul ritardo nella diffusione di Internet, al cui interno gli operatori nazionali devono essere in grado di offrire servizi competitivi anche dal punto di vista culturale.

Editoria e radiotelevisione.

· Il settore editoriale, abituato a confrontarsi con pubblici definiti, può svolgere un ruolo importante tra i fornitori di contenuti. Perché ciò avvenga è però necessaria una più stringente applicazione della normativa antitrust sull'editoria e una riconsiderazione del complesso degli incentivi che affluiscono al settore, che vanno finalizzati al recupero dello svantaggio competitivo dei giornali indipendenti nei confronti di quelli controllati da grandi imprese.

· L'editoria deve rispondere alla sfida dei servizi multimediali tramite un adeguamento tecnologico a livello di infrastrutture e la creazione di nuovi prodotti con caratteristiche di editoria elettronica. Contestualmente va incoraggiata e difesa la produzione a stampa, che è forma specifica e insostituibile di conoscenza e cultura.

· L'editoria può rafforzarsi con una più equa ripartizione della pubblicità (attualmente concentrata soprattutto nel settore radiotelevisivo) e con l'approvazione di una nuova legge sulle edicole, bloccata dalla fine anticipata della legislatura.

· Il settore televisivo (ricordiamoci che l'etere è una risorsa di tutti noi), opera in situazione di mercato imperfetto, sostanzialmente duopolistico e quindi quasi impermeabile all'ingresso effettivo di nuovi operatori. Il mercato nazionale presenta peraltro dimensioni troppo piccole per permettere la crescita di soggetti in grado di operare con successo a livello globale. E' pertanto necessario da una parte garantire una reale concorrenza nel mercato interno, dall'altra operare per favorire la crescita dei soggetti italiani nel mercato internazionale. La nuova normativa antitrust deve individuare forme di incentivi per le emittenti radiotelevisive, anche a livello locale, che forniscono servizi alla comunità.

· Sono in corso due grandi processi innovativi: sul piano delle tecnologie ci si avvia verso la coesistenza di trasmissioni via etere, via satellite e via cavo; sul piano dei contenuti siamo di fronte ad un arricchimento dell'offerta e ad una segmentazione in canali generalisti, tematici, a pagamento, e a richiesta.

· L'internazionalizzazione del sistema deve avvenire prima di tutto sul fronte della produzione e della distribuzione sui diversi mercati di programmi, anche realizzati in coproduzione, in grado di valorizzare le nostre risorse e le peculiarità culturali.

· Si avverte la necessità di canali tematici, da distribuire via cavo e via satellite ed orientati all'esterno. Essi permetteranno di dare spazio anche a produzioni di nuovi operatori non dotati di grandi risorse, e di puntare ad obiettivi diversi:

- la sperimentazione tecnologica e della programmazione;

- la valorizzazione delle nostre identità locali;

- la penetrazione nei mercati internazionali.

· I processi di cablatura finalmente elimineranno una delle anomalie dell'Italia, cioè l'assenza di infrastrutture per la diffusione via cavo delle emittenti televisive, che invece negli altri paesi sono stati una occasione di crescita del settore.

· La radio svolge un ruolo estremamente importante e niente affatto marginale. Infatti nei paesi più evoluti la radio sta vivendo una nuova giovinezza, poiché prefigura l'offerta tematica e specializzata che segnerà presto anche il mezzo televisivo. La radio deve essere rilanciata sia nella sua componente pubblica che in quella privata attraverso normative specifiche che ne valorizzino le peculiarità.

Emittenza locale.

· Occorre valorizzare il patrimonio costituito dalle numerose emittenti locali, che devono diventare, in un quadro di rinnovamento delle strutture tecnologiche e delle produzioni, il punto di riferimento della comunicazione sul territorio. Allo stesso tempo devono essere introdotte forme di razionalizzazione del mercato radiotelevisivo locale, così da assicurare agli operatori una proporzione economica sufficiente, in relazione alle risorse disponibili. Occorre comunque conservare la presenza delle emittenti che svolgono l'attività radiotelevisiva prevalentemente a scopi non di lucro. Televisioni e radio espressioni di particolari istanze sociali e religiose dovranno essere adeguatamente sostenute.

Servizio pubblico radiotelevisivo (qualità e internazionalizzazione).

· La necessità di una presenza pubblica è indiscutibile, anche se deve essere profondamente ripensata. La Rai deve transitare verso un modello di struttura societaria agile, in grado di diversificarsi nei nuovi settori della comunicazione e di stringere alleanze internazionali. L'azienda può operare attraverso i tradizionali canali terrestri e mediante canali tematici diffusi via satellite e via cavo.

· La creazione di una emittente televisiva su base federale, aperta al contributo finanziario delle regioni e della Rai, e a forme di collaborazione con le emittenti locali, permetterà la trasmissione di programmi prodotti dalle singole strutture e quindi in grado di valorizzare le culture e le istanze distribuite sul territorio. I programmi dovranno essere in parte diffusi solo nell'area federata.

Il servizio pubblico può e deve svolgere, a livelli competitivi e di qualità elevatissima, un ruolo di rappresentatività territoriale e locale del paese, deve quindi dare spazio all'ambiente, all'arte, al dibattito politico, favorendo la partecipazione di tutti alla vita pubblica. Il servizio pubblico, e questo differenzia radicalmente la vocazione istituzionale rispetto ai soggetti privati, opera anche con precisi vincoli per sviluppare l'offerta culturale e sociale (cinema originale a basso e medio costo, teatro, musica, documentari, campagne sociali) offrendo specifici spazi "a ciò che è giovane, creativo e nuovo". I canali devono diversificare l'offerta delle fonti, dei formati, delle culture, dei programmi.

E' necessaria una integrazione strutturale tra servizio pubblico radiotelevisivo, sistema educativo e formativo, istituzioni della cultura, in una logica non solo di mercato ma anche di garanzia contro meccanismi di esclusione sociale.

Gli archivi della RAI costituiscono un patrimonio inestimabile, una grande biblioteca della cultura radiotelevisiva italiana. Tale risorsa merita di essere valorizzata, anche perché può rappresentare una fonte di investimenti e di finanziamento.

Accanto ai compiti di servizio pubblico vi è poi una presenza sul mercato che potrà essere gradualmente ridefinita e aperta anche alla partecipazione dei privati. Il canone annuo deve contribuire a coprire i costi degli obblighi di servizio pubblico, mentre la raccolta pubblicitaria necessita di essere equilibrata anche per garantire il pluralismo delle fonti.

Il Parlamento deve limitare la propria attività alla definizione degli indirizzi e ai conseguenti controlli. Occorre una nuova disciplina che individui le linee strategiche del servizio pubblico, e le fonti di nomina degli amministratori della RAI.

Produzioni audiovisive.

I vari settori in cui si compone l'industria audiovisiva, ed in particolare il cinema, scontano un grave ritardo, e la capacità produttiva risulta assai limitata rispetto a quella di altri paesi europei e degli Stati Uniti d'America.

Devono essere assunte iniziative politiche per favorire lo sviluppo e la competitività dell'industria italiana e per conservare le identità nazionali e le specificità linguistiche.

Un ruolo rilevante è quello degli operatori incaricati della realizzazione di produzioni audiovisive per i beni culturali, sia con riferimento ai musei che agli itinerari culturali, tenendo conto anche del fatto che il G7 sulle telecomunicazioni ha affidato all'Italia un progetto pilota nel settore museale.

Un incentivo alle produzioni audiovisive nazionali potrà essere costituito dalle norme contenute nella nuova regolamentazione del sistema radiotelevisivo e da una fattiva presenza italiana nel processo di elaborazione delle norme comunitarie e negli accordi della World Trade Organization.

La formazione delle nuove figure professionali per la produzione audiovisiva deve essere oggetto di particolare attenzione. Potranno essere promossi centri di formazione in ambiti territoriali ben definiti e in special modo nell'Italia meridionale.

In armonia con la direttiva "televisioni senza frontiere" dovranno essere introdotte disposizioni che garantiscano alle produzioni indipendenti una riserva sulla quota di programmi trasmessi dalle emittenti nazionali.

Regole. Note di sintesi

· Le esperienze dei maggiori paesi industrializzati in cui sono stati avviati da tempo processi di liberalizzazione, e soprattutto gli interventi normativi dell'Unione europea, hanno dimostrato la necessità di regole specifiche nel settore.

· Le ragioni a favore di interventi regolatori di garanzia sono soprattutto due. La prima è legata alla natura stessa del sistema delle comunicazioni, soprattutto per i suoi riflessi sull'informazione: le regole generali poste a protezione della concorrenza non sono sufficienti, poiché deve essere perseguito non solo l'abuso della posizione dominante, ma la nascita stessa della posizione dominante. La seconda deriva dalla necessità di garantire a tutti la possibilità di accesso alle reti, indipendentemente dalle aree geografiche e dalle condizioni socioeconomiche.

· Il sistema normativo ed istituzionale deve essere governato con duttilità e lungimiranza, all'interno di un quadro di norme che vanno adattate in modo continuo agli sviluppi tecnologici e alle esigenze di un settore sempre più aperto. In uno scenario in rapido mutamento le leggi non possono prevedere forme di cristallizzazione delle tecnologie, o di definizione burocratica degli ambiti di azione degli operatori. L'Autorità delle comunicazioni presenta invece le necessarie caratteristiche di duttilità.

· Le regole principali devono riguardare pochi punti essenziali:

1. Disposizioni a favore della concorrenza, del pluralismo economico e della trasparenza nella realizzazione e nell'esercizio di infrastrutture e servizi di telecomunicazione).

- Il quadro delle regole deve garantire la presenza di un ampio numero di operatori.

- Occorre conferire poteri agli enti locali nella predisposizione dei piani necessari per la cablatura del territorio.

- Tutti gli operatori devono avere il diritto di interconnettersi fra di loro; bisogna integrare la libertà di accesso con la garanzia di interoperabilità per i servizi (cioè la possibilità di dialogo reciproco e quindi il diritto per gli utenti delle varie aziende di servizi di raggiungersi). A questo fine l'autorità di controllo del settore deve poter definire i criteri e gli standard tecnici, garantendo anche l'applicazione della normativa comunitaria sui decodificatori.

2. Norme sulle incompatibilità e sulle concentrazioni della proprietà.

- Assoluta incompatibilità tra il controllo di aziende rilevanti nel settore delle comunicazioni e qualsiasi tipo di ruolo esecutivo nella vita politica;

- Divisione del territorio in bacini, di classe diversa a seconda dei parametri socioeconomici, con una definizione di limiti alle concentrazioni per gli operatori di telecomunicazione.

- La carta stampata rientra nei limiti sul controllo della concentrazione sul mercato dell'informazione.

- Le posizioni dominanti devono essere evitate sia in ambito nazionale che locale. Occorre garantire la massima trasparenza degli assetti proprietari.

- Definizione delle norme sull'intreccio azionario fra operatori radiotelevisivi nazionali e imprese televisive locali via cavo.

3. Articolazione delle competenze.

L'Autorità indipendente per le comunicazioni deve svolgere un ruolo centrale; contestualmente devono essere decentrati alcuni poteri agli enti locali, soprattutto quelle relativi al regime dei suoli pubblici per le infrastrutture che transitano in sede locale.

4. Eventuali limiti al ruolo dei gestori delle reti.

- I gestori delle reti devono poter offrire anche servizi purché attraverso società separate. Ma anche per la fornitura di determinati servizi, si pensi alla telefonia e alla televisione, occorre prevedere forme di separazione amministrativa e contabile. Devono essere infine definite le norme in materia di interconnessione fra le infrastrutture e le interoperabilità dei diversi servizi.

5. Gestore pubblico e reti in fibra ottica.

- L'attuale gestore pubblico deve poter proseguire nei tempi ritenuti più opportuni la modernizzazione delle infrastrutture; per un periodo da definire, non potrà però offrire servizi di televisione diffusiva ivi incluse le varie forme di televisione a pagamento e la distribuzione di film su richiesta (near-video-on-demand).

6. Misure a favore del servizio universale.

- Il ruolo del Governo, delle amministrazioni locali e dell'Autorità risulta fondamentale nella predisposizione di meccanismi in grado di garantire la più ampia disponibilità dei servizi alle istituzioni pubbliche (scuole, ospedali), alle utenze disagiate, alle aree periferiche. Forme di mutualità devono contribuire agli investimenti necessari.

7. Rapporti tra gestori del servizio telefonico e attività radiotelevisiva.

- La promozione della concorrenza tra gestori di infrastrutture, peraltro decisa in sede comunitaria, rende necessitario attribuire ai nuovi soggetti la possibilità di operare sia nel servizio telefonico che in quello televisivo;

- Allo scopo di permettere il rafforzamento delle imprese senza ledere il principio prioritario del pluralismo, bisogna consentire agli operatori del servizio televisivo di concludere alleanze societarie con i proprietari di infrastrutture di telecomunicazione.

- A medio e lungo termine non sarà necessario porre alcuna barriera all'ingresso dell'attuale gestore pubblico nel mercato televisivo.

8. Superamento del duopolio televisivo.

- E' necessario il rispetto della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità della legge Mammì.

- Su mezzi diversi dall'etere terrestre i limiti antitrust devono limitarsi a prevenire la nascita di posizioni dominanti o a punire comportamenti anticompetitivi. In ogni caso lo sviluppo della tecnica digitale comporterà una maggiore disponibilità di canali.

- Deve essere valorizzato il ruolo dell'emittenza locale.

9. Ridefinizione della struttura e dei compiti del servizio pubblico.

- Il servizio pubblico deve essere gestito da una azienda in grado di intervenire nei vari settori in cui si compone il mercato globale della comunicazione.

- Occorre accentuare la promozione del pluralismo, della sperimentazione, della valorizzazione delle nostre identità.

10. Produzioni audiovisive.

- E' indispensabile adottare provvedimenti diretti al rafforzamento dell'industria dell'audiovisivo e contestualmente recepire le direttive comunitarie.


PATTO PER LA TELEMATICA: PRODI E VELTRONI

Questa sara' la politica del governo L'Ulivo in tema di reti telematiche.
Tornano ad illustrarla Romano Prodi e Walter Veltroni, dopo aver ricevuto
l'Appello degli italiani di Internet. L'appello e i documenti de L'Ulivo
per la telematica possono essere consultati alla url
http://www.ulivo.it/notizie/

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COSTRUIAMO LE AUTOSTRADE DELL'INFORMAZIONE

Le reti telematiche, sin dai primi giorni de L'Ulivo, hanno ricoperto il ruolo importante per il nostro progetto per il futuro del Paese.

L'impegno de L'Ulivo per lo sviluppo delle autostrade dell'informazione era
gia' contenuto nelle tesi programmatiche da noi presentate e approvate
dall'assemblea di Milano. La grande quantita' di interventi e di
emendamenti aggiuntivi su questo tema ci ha spinto a pubblicare un
documento apposito dal titolo "Societa' delle comunicazioni, informazione e
mercato globale: le vie del mondo nuovo". I progetti strategici si
sostanziano anche di impegni precisi e concreti da realizzare nei primi
cento giorni del nuovo governo.

In particolare fra i primi atti nell'agenda del nostro governo ci saranno:
a) promozione di una grande diffusione delle reti a larga banda per una
rapida modernizzazione del Paese; le scuole, le imprese, gli uffici
pubblici, vanno raggiunti in ogni parte del Paese come priorita'; il
servizio universale e il cablaggio delle aree meno sviluppate va
assicurato con appositi incentivi;
b) piano di alfabetizzazione collegato con lo sviluppo delle reti civiche
gia' realizzate da molti comuni italiani, e la diffusione nelle scuole;
c) liberalizzazione delle telecomunicazioni, creazione di un'autorita'
indipendente; ruolo reale degli enti locali; misure per favorire l'ingresso
di nuovi gestori, anche per incentivare l'ammodernamento della rete
Telecom;
d) istituzione di una tariffazione ridotta per gli usi telematici;
e) approvazione della legge per la tutela dei dati personali sensibili;
esclusione di inutili censure; studio di possibilita' da parte degli utenti
di intervenire sull'accesso dei minori.

L'Ulivo ritiene che gli impegni formali valgono molto di piu' se prima
delle elezioni, magari anche durante la campagna elettorale, trovano
applicazione concreta e verificabile. Questo e' vero per molte delle nostre
proposte programmatiche, che quotidianamente sono applicate con successo
dalle amministrazioni locali di centro sinistra.

In queste settimane, grazie all'opera di centinaia di "volontari
telematici" e alle competenze dell'associazione La Citta' Invisibile,
abbiamo dato agli utenti di Internet la possibilita' di seguire in modo
trasparente la politica de L'Ulivo, di interagire con noi e con un numero
crescente di candidati alle prossime elezioni.

Lo hanno constatato, del resto, le migliaia di giovani che domenica 14
aprile in tutta Italia hanno partecipato alla bellissima manifestazione "Il
violino e Internet" dove si e' dimostrato, piu' di ogni parola, quanto il
popolo de L'Ulivo sappia usare questo mezzo, ne conosca le potenzialita'
politiche, economiche e democratiche.

Romano Prodi
Walter Veltroni

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