Roma, 05 Luglio 2001.
Spettabile
Governo della Repubblica Italiana
Presidente del Consiglio dei Ministri
On.le Dr. Silvio Berlusconi
ROMA
E p. c. Al Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi
Ai Gruppi Parlamentari.
Ai Senatori e Deputati.
Egregio Signor Presidente del Consiglio,
Abbiamo seguito con attenzione la prima riunione operativa del Suo Governo,
foriero, secondo Le Sue parole, di grandi cambiamenti. Certamente i segnali del
provvedimento dei "100 giorni", sono forti ed importanti per alcuni
settori, e parziali per altri.
Ci permettiamo di citarLe l'ultima ns. che da non più di qualche giorno
sappiamo sulla scrivania del Ministro Gasparri, e che comunque Le alleghiamo in
copia, assieme ad un'altra ns. inviataLe, ad urne ancora calde, seconda metà
di Maggio: "Le scriviamo per conto di Assoprovider, l'associazione
nazionale degli Internet Service Provider che annovera 200 aziende iscritte fra
le circa 800 in attività in Italia. Si tratta di aziende che forniscono sia
connessioni che servizi WEB agli italiani; queste aziende hanno subito a partire
dal 1999 un attacco sleale da parte di Telecom Italia, attacco favorito da una
legislazione compiacente verso il forte (Telecom Italia appunto), supportata dal
centrosinistra, e sfavorevole ai piccoli (le nostre aziende). Tutto questo per
il fascino che i grossi gruppi hanno sempre avuto sul centrosinistra italiano,
fascino che rischia di cancellare complessivamente la piccola e media impresa
dal panorama politico italiano, creando dappertutto monopoli o oligopoli. Questa
situazione nel mercato Internet in particolare ha rischiato e rischia di mettere
la parola fine al processo di liberalizzazione; rimarrà ancora e solo Telecom
Italia a dare servizi di telecomunicazioni al paese."
Quello che chiedevamo e chiediamo, in primis, la Decretazione d'urgenza del
DDL 7208, approvato all'unanimità alla Camera nella scorsa legislatura, e
affossato dal Governo (Sen. Lauria) e dai Senatori DS della IX Commissione del
Senato (DDL 4933).
Omettiamo le proposte successive, della ns. prima missiva, in quanto
riteniamo, ed è evidente che sia un illusione, che tante piccole aziende (800,
Le ricordo, con un indotto di circa 15.000 addetti tra dipendenti e
collaboratori esterni), ben distribuite sul territorio e dotate al proprio
interno di tecnologie all'avanguardia, potrebbero essere utili a far superare il
gap tecnologico del Paese, guarda caso in quel settore in cui il Paese è
carente. Non parliamo poi di sussidiarietà! Meglio qualche grossa azienda
(Telecom e qualcun'altro, magari nel settore della produzione del software e
dell'hardware? Pochi intimi però!).
Forse Le potrà sembrare il ns. un giudizio affrettato, ma ciò constata
semplicemente che il rischio di chiusura della quasi totalità delle ns.
Aziende, non suscita urgenze da parte del Suo Governo.
A questo punto Le facciamo una proposta provocatoria: la rottamazione degli
ISP ad una cifra forfetaria, modulabile a seconda dei clienti rimasti all'ISP
stesso, tale da consentire ai medesimi di cambiare mestiere (....che so, ci
compreremo un camion e faremo i padroncini!).
Eh, si perché la ns. categoria esiste dal '96, ancor prima che qualsiasi
"balon d'essai de nuveau economie" che adesso scoppia in borsa per
carenza di capitali, fosse anche solo pensato.
I governi precedenti hanno consentito ai grossi operatori telefonici (Telecom
in testa) di defraudarci prima della possibilità di sviluppo in parità di
mercato, poi dei clienti ed infine anche, a seguito di accordi stragiudiziali
non rispettati, dei quattro soldi (...vicini all'elemosina!) che eravamo
riusciti ad ottenere. Poco è importato delle direttive europee che andavano
nella direzione di un effettiva liberalizzazione del mercato: si è consentito
che fossero adattate al panorama italiano. A tal proposito mi corre uopo
ricordare che in Italia, ad una Telecom è consentito di essere proprietaria
della rete di telecomunicazioni, a cui dovrebbero accedere tutti gli operatori
autorizzati e licenziati, Isp inclusi, in maniera paritaria, e nel contempo di
vendere anche all'utente finale, in condizione di manifesta posizione
predominante.
Una notizia: dopo circa tre anni di "tira-e-molla" finalmente
l'Authority delle Comunicazioni è riuscita ad ottenere da Telecom, i bilanci
separati, all'interno della stessa azienda (Telecom) tra rete (intesa come
impianti, centrali e cablaggi in tutta Italia) e resto del business, il che è
assolutamente ridicolo!
Lei pensi che nel settore delle telecomunicazioni, tra Telecom ed il primo
competitor, Wind, c'è una proporzione di uno a venti, con l'impossibilità di
poter avere realmente competitività tra il primo ed il secondo. Non parliamo di
altre compagnie telefoniche. Non classificati naturalmente gli ISP, in questa
lotta!
Lei ed il Suo Governo ereditate questa situazione, ed avete il dovere morale
di sanare e porre rimedio a questo status-quo!
In conclusione ci scusiamo, della durezza, dell'ironia, al limite del
sarcasmo provocatorio in certe parti, ma, veramente, ci resta poco altro. Non ci
faccia credere, come gira voce tra associazioni di categoria di piccole e medie
imprese, che questo Governo sia appiattito sulle posizioni delle grandi imprese:
La preghiamo di smentirci, al più presto!
Con Ossequio.
Il Presidente Matteo Fici
Il Vice Presidente G.Battista Frontera