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 Nomi a dominio

Il DDL "Passigli": messaggi dalla Rete

15.03.01

5. Grossolani errori tecnico-giuridici
Massimiliano Minerva - 08.03.01

Caro Manlio Cammarata,
anche io mi auguro, come tutti gli studiosi ed esperti di informatica giuridica, che il ddl Passi-gli non ...passi! Anche se occcorre vigilare per eventuali colpi di coda dell'ultimo istante, tipici di ogni fine legislatura.
Nessun Governo in nessun Paese del mondo si è arrogato il diritto, anzi il potere, di decidere chi registra che cosa.
Per non parlare dei grossolani errori tecnico-giuridici contenuti nel (pur breve) ddl, a partire dalle definizioni di dominio e di internet, addirittura.
Questo è quello che accade quando i sempre delicati interventi in materia di tecnologie dell'informazione vengono compiuti da chi non è un addetto ai lavori e, soprattutto, da chi non riunisce in sé la professionalità del giurista e l'esperienza (reale, concreta) delle tecnologie, in particolare della Rete.
Un caro saluto

Massimiliano Minerva
Professore a contratto di Informatica giuridica
Dottore di ricerca in diritto dell'informatica
Magistrato della Corte dei conti


4. Si dovrebbe fare come negli USA...
Gabriele Polidori - 07.03.01

Spett. le redazione di Interlex,
ho letto con grande interesse ed apprensione ogni articolo riguardante il DDL Passigli e siccome mi pare che tutti gli operatori del settore siano fortemente contrari, mi chiedo cosa possiamo fare nella pratica per protestare.
Se neppure l'interessante analisi tecnica del presidente della N.A. Italiana viene presa in considerazione, cosa può fare il popolo della rete e soprattutto chi con internet ci lavora (come il sottoscritto)?
Personalmente ritengo che a questo punto solo un bel net-strike, inteso come sciopero (non bombardamento) di accessi possa avere qualche risultato; però dovrebbero attuarlo anche e soprattutto coloro che forniscono connettività ai signori senatori e parlamentari.
Se tutti i providers inviassero una bella e-mail ai propri clienti, dicendo che il giorno X le linee verranno scollegate (ossia si spengono routers e modem), per una improrogabile manutenzione tecnica di ogni apparato e inserendo poi un riferimento alla contrarietà verso il decreto, si eviterebbe pure di passare per "ricattatori informatici".

Inoltre, si dovrebbe fare come negli USA, dove quando vengono organizzate delle proteste in rete, si invitano tutti a scrivere al proprio "senatore" (nel caso italiano, indichiamo il modo di comunicare coi "responsabili")!
E credo anche che i vari organi che riuniscono i maggiori providers o forniscono comunque servizi essenziali ed utili al funzionamento della
rete (nic, aiip, aicel, assoprovider, ecc ecc), dovrebbero preparare una e-mail uguale per tutti, da spedire al senato e al parlamento, con l'invito ovviamente a tutti i propri associati/simpatizzanti di spedirla a loro volta.

Sarebbe ora che invece di parlarsi addosso e di tenere le proteste nella ristretta cerchia degli addetti ai lavori (e anche qui farei una distinzione, leggi Telecom & Co.) e sui forum che leggiamo in quattro gatti, si facesse qualcosa di visibile a TUTTI ! (altro che "internet facile", se escono decreti del genere...)

Cordiali saluti,
Gabriele Polidori

Ma negli USA i siti parlamentari pubblicano l'elenco degli indirizzi e-mail dei loro componenti... (M.C.)


3. L'affermazione lascia esterrefatti
(Comunicato di Register.it)

Milano, 3 marzo 2001

In riferimento alle dichiarazioni del sottosegretario all'Industria Stefano Passigli rilasciate il 28 febbraio in sostegno del progetto di legge sulla regolamentazione dei nomi a dominio su Internet contro accaparramenti, Bruno Piarulli, Amministratore Delegato di Register.it, afferma che "tale disegno di legge, pur concepito per garantire la liberta all'uso in Rete del proprio nome o marchio contro abusi e accaparramenti, ottiene in pratica esattamente l'effetto opposto".
"Viene il sospetto - afferma Piarulli - che l'On. Passigli si riferisca ad un disegno di legge diverso da quello in discussione alla Camera. Se e vero che tutti i principali paesi hanno norme contro l'accaparramento, e anche vero che in nessun paese il governo si e accaparrato il diritto di decidere chi può registrare cosa. Il governo avrebbe dovuto limitarsi a definire pesanti sanzioni a carico dei trasgressori delle Leggi e delle Norme che gia esistono. Al contrario, i controlli ipotizzati dal DDL, che arrivano al limite della censura, elimineranno di fatto la possibilità per i privati e le piccole aziende di registrare un dominio .IT, a causa di onerosi costi aggiuntivi e rigide procedure burocratiche, lasciando il campo libero alle grosse aziende che potranno registrare tutti i domini che vorranno. E la corresponsabilità della registrazione da parte degli intermediari, oltre a essere contraria alle recenti normative Europee, eliminerà ancora una volta le piccole aziende a favore delle grosse, spesso straniere".

"Anche l'affermazione che 'chi non e stato in grado di assicurare un corretto funzionamento con l'autoregolamentazione farebbe meglio a tacere' lascia alquanto esterrefatti". "Non si crederà - conclude Piarulli - che i grossi accaparratori che nei mesi scorsi hanno deciso di rilasciare liberi i domini impropriamente registrati lo abbiano fatto per spontanea bontà. Le regole e le leggi esistenti gia permettono di eliminare gli abusi, basta definire le sanzioni per i trasgressori".

Bruno Piarulli
Register.it by GOT.IT srl


2. Egregio Senatore Passigli....

Egregio Senatore Passigli, mi permetto di disturbarLa nella convinta pregiudiziale del rispetto personale e della buona fede reciproca.
Mi affido a InterLex per trasmettere a Lei a ai Suoi colleghi il presente messaggio, non avendo rintracciato suo indirizzo e-mail nel sito del Senato.
Leggo in una Sua all' Ansa del 28 Febbraio:
"...In Italia si e' verificato un illecito accaparramento di migliaia di nomi a dominio da parte di speculatori che intendono rivenderli ai legittimi titolari realizzando cospicui profitti al limite del ricatto..."
C' e' un altro problema, piu' profondo:
I nomi delle istituzioni DEVONO essere nella riservata disponibilita' di queste, ma i nomi delle cose, I NOMI DELLA REALTA', non devono, non possone essere sotto la tutela del POTERE.
L' Authority italiana ha RISERVATO DA ANNI decine di migliaia di nomi secondo la sintassi tipo:
"comune.chiari.bs.it".
Ma quale stato di diritto sarebbe quello nel quale io, per editare "chiari.net" dovessi chiedere il permesso al potere, al sindaco o al prefetto?

Infine una questione, forse LA QUESTIONE ESSENZIALE: Sen. Passigli, io penso che le norme su Internet (proprio per la natura di Internet) sarebbe meglio che le facessero E LE CORREGGESSERO E PERFEZIONASSERO gli organismi internet -con tutti i loro limiti- (anche su pressione dei governi) e non i parlamenti nazionali.
Se passa questo ddl, si crea (LO SO, lo sanno sottopelle tutti gli operatori e utenti, vorrei farlo SENTIRE anche a Lei) una frattura memorabile fra la Comunita' Internet Italiana e la politica nazionale.

Porgo distinti saluti,
master@chiari.net
lab@intern.it
Giorgio Giunchi


1. Da una lista di discussione

Domandina carogna da un milione di dollari....
Vi ricordate dell'appello di due anni fa, cui aderirono molti con entusiamo? UN MINISTRO PER INTERNET IN ITALIA
Ebbene, sapete a seguito di tale appello chi fu nominato (vice)ministro per Internet in Italia?