Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 Firma digitale

Ha la firma digitale, ma non lo sa...
Messaggio - 18.03.03

Negli ultimi tempi abbiamo più volte espresso qualche perplessità sulle procedure dei certificatori nella delicata fase del "riconoscimento con certezza" del richiedente del certificato (se ne è parlato anche nell'intervista con l'avvocato De Giovanni, capo dell'Ufficio legislativo del ministro Stanca).
Il colorito messaggio che pubblichiamo non è la prima segnalazione che ci giunge in merito allo schema adottato da InfoCamere. Le valutazioni sugli aspetti giuridici presentano diverse inesattezze, ed è bene ricordare che quando sorge un sospetto sulla compromissione della chiave privata (implicita nel mancato possesso della smart cart) è necessario chiedere immediatamente la revoca del certificato.
Nei prossimi numeri approfondiremo la questione. (M. C.)

A proposito della smart card della zia Clotilde

[...] proprio in questi giorni ho scoperto un fatto molto grave ed illegale con protagonisti un "idiota" (mio amico...) una commercialista (che si è comportata illegalmente...) e la CCIAA di ****!
Un giorno, per curiosità, controllo sul sito della CCIAA e di altre CA se alcuni miei conoscenti si sono dotati del dispositivo di firma digitale. Con mia meraviglia scopro che un mio amico è in possesso di certificato emesso dalla CA della CCIAA e visto che io sono il suo consulente informatico subito mi precipito al telefono un po' arrabbiato! Chiedo come mai non mi avesse prima interpellato.

"Firma digitale?... smart card?... CA ? CCIAA? ...non ripudio?" Insomma, prima di iniziare il mio discorso, mi ha subito bloccato per chiedermi di tornare "sulla terra"...
Incredibile! Nessuno lo aveva mai avvisato di possedere questo strumento per lui "fantascientifico" e stava per chiamare un dottore pensando al mio esaurimento da tecnologia avanzata... non voleva credere che tramite il pc qualcuno poteva vendergli la casa, l'auto o poteva aprire un c/c bancario a suo nome in qualunque parte del mondo...
Quindi, dopo aver stampato i dati del suo certificato sono andato nel suo ufficio e gli ho spiegato tutto sulla firma digitale!

Il giorno dopo interroghiamo la commercialista. Ecco, la colpevole è lei! Aveva fatto firmare il modulo di richiesta al mio amico senza spiegargli cos'era veramente, e lei insieme ad altre decine o centinaia di moduli si è presentata negli uffici della CCIAA dove le hanno consegnato altrettante smart-card!
Le ho fatto notare che quanto sta facendo è illegale e privo di quel minimo e corretto comportamento che suggerirebbe la deontologia professionale. Non solo, ritengo che anche la CCIAA sia in difetto. Le ho spiegato (ma forse non lo sapeva...) che se è vero che una normativa obbliga i rappresentanti legali delle società a munirsi di certificato digitale, è anche vero che deve informare i propri clienti che ci sono altre CA che svolgono lo stesso compito della CCIAA!

Ma soprattutto quelle card lei non può utilizzarle per firmare alcun documento! Il dispositivo è personale e soprattutto la conoscenza del pin!
Io mi sono arrabbiato perché da anni seguo gli sviluppi della normativa sulla firma digitale e credo che proprio questi comportamenti, oltre ad essere illegali, causeranno dei danni a molte persone!
Lei si difende mostrandomi un archivio pieno di card con ovviamente vicino annotato il pin! Il bello è che nemmeno lei sa cosa sono veramente quelle card, e continua ad affermare che non hanno valore legale, non si possono usare per contratti, dai notai ecc...!! Servono solo per comunicare con la CCIAA! Insomma, mancava poco che la strozzassi con le mie mani! Una commercialista ignorante in meno, penso!

Inutile farle vedere la fotocopia degli estremi del certificato e metterle il naso sopra la scritta "non ripudio" e farle notare che il ripudio può avvenire solo tramite querela di parte! Ma potrebbe essere troppo tardi. Il titolare potrebbe accorgersi dopo anni dei danni subiti! A cosa servirebbe una querela a quel punto?

Qualcuno quindi mi deve spiegare come può avere valore legale una firma digitale se la richiesta avviene tramite un misero modulo che delega un'altra persona al ritiro della card!!! Come fa un Legislatore SERIO a non accorgersi di queste situazioni così delicate? Io non sono d'accordo con questo metodo che come un boomerang tornerà a discapito dello sviluppo stesso. Infatti, la prima cosa che ha fatto il mio amico è stata quella di distruggere la tessera! Ha perso la fiducia! Se glielo avessero spiegato prima, con le dovute maniere l'avrebbe conservata come il bancomat o la carta di credito! (Messaggio firmato)