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Diritto d'autore

Con la sentenza Grokster decollerà il P2P legale

di Enzo Mazza* 07.07.05

 
La decisione con la quale tutti i nove giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti si sono espressi contro Grockster e Streamcast ribalta due precedenti sentenze delle corti inferiori che avevano riconosciuto l'assenza di responsabilità dei due produttori per le attività illecite svolte dagli utenti.
Al di là delle opposte emozioni suscitate dalla decisione, vale la pena di analizzare più nel dettaglio il provvedimento per valutare anche le conseguenze sullo sviluppo della musica online e soprattutto dei sistemi di file sharing, sistemi che certamente sono qui per restare. La Corte ha stabilito che un soggetto che distribuisce un programma, con l'obiettivo di promuoverne l'uso per violare il copyright è responsabile per gli atti illeciti compiuti da terze parti.

La Corte ha chiaramente distinto l'attuale caso dalla decisione Sony/Betamax del 1984, che di fatto è rimasta inalterata, stabilendo che Grockster e Streamcast non distribuivano l'equivalente di un VCR ma deliberatamente promuovevano il proprio modello di business basato sulla consapevole violazione di diritti di proprietà intellettuale. Quali siano le attività chiaramente illecite la Corte non lo scrive, ma offre alcune linee guida nell'identificazione delle responsabilità che si possono riassumere nei seguenti comportamenti:
- considerare come consumatori soggetti che svolgono attività illecite
- basare la propria azione promozionale sulla diffusione non autorizzata di materiale coperto da copyright
- non aver introdotto tecnologie di filtraggio e non aver assunto iniziative per impedire violazioni.

In molti si sono chiesti quale impatto avrà la decisione Grockster sullo sviluppo della tecnologia. Alcuni gruppi di pressione (EFF, CEA, P2P United) vorrebbero sollevare la questione davanti al Congresso, ritenendo che la sentenza avrebbe la conseguenza di accentuare l'azione giudiziaria, generando incertezza sul piano del business e di impedire l'innovazione tecnologica perché gli imprenditori e i gli investitori diverrebbero riluttanti ad introdurre sul mercato nuovi prodotti. Tuttavia, molti player attivi nel settore della tecnologia hanno applaudito la sentenza (BSA, Apple, HP; Verizon, DiMA, Public Knowledge, ecc.) ed allo stesso tempo altri hanno sostenuto che un'iniziativa legislativa non sia necessaria. Ciò anche perché difficilmente il Congresso potrebbe attivare un processo di revisione normativo di fronte da una sentenza di 9 a 0

La questione più interessante di tutta la vicenda riguarda tuttavia il futuro dei sistemi P2P. Il messaggio inviato dalla Corte Suprema ai servizi come Grockster e Streamcast è stato chiaro: non si può basare un business sulla violazione del copyright. Allo stesso tempo il messaggio della Corte Suprema è: servizi di P2P, sviluppate modelli di business legali nel mercato dalla musica online. È evidente a questo punto che gli imprenditori attivi nello sviluppo di sistemi di file sharing avranno uno stimolo in più per creare sistemi innovativi che allo stesso tempo adottino misure per filtrare i contenuti, che ottengano licenze dai titolari dei diritti diventando protagonisti responsabili dello sviluppo della musica digitale. Alla fine anche i consumatori beneficieranno della decisione della Corte Suprema. Diversi servizi legali di P2P stanno per dare il via ad importanti progetti, tra questi, iMesh, Peer Impact, P2P Revolution, Mashbox e Snocap.

A differenza dei sistemi illegali che hanno basato il proprio sviluppo incentivando gli utenti a commettere violazioni del copyright, le nuove iniziative legate al P2P potranno rendere consapevolmente partecipi gli utenti di un modello di business legale che avrà nei consumatori di musica l'asse portante. La decisione della Corte Suprema avrà l'effetto di richiamare grossi capitali nello sviluppo di sistemi legali di file sharing, imponendo una grossa accelerata al mercato della musica digitale. La decisione conferma indirettamente anche la linea adottata dall'industria discografica nell'education, per esempio con la recente guida ai rischi del P2P realizzata per i genitori e distribuita a livello mondiale (in Italia è scaricabile dal sito www.pro-music.it). Senza criminalizzare il P2P, l'informazione mirata a specificare che nell'ambito dei sistemi di file sharing è possibile incorrere in usi illeciti sia attivi che passivi, costituisce un buon strumento per sensibilizzare gli utenti che fino ad oggi si sono trovati prevalentemente di fronte alle campagne modello Grockster che, pur consapevole, come abbiamo visto, di un vasto uso illegale del software, incoraggiava gli utenti a condividere materiale protetto.
 

* Enzo Mazza, Presidente FIMI - Federazione industria musicale italiana - Galleria del Corso 4 20122 Milano Tel. ++39- 2-795879 Fax. ++39-2-799673
www.fimi.it  www.pro-music.it www.confindustria.it

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