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Diritto d'autore

Copyright e brevetti, due sfide da vincere

di Manlio Cammarata - 10.01.05

Tra la fine del 2004 e i primi giorni di quest'anno diverse notizie mantengono alta l'attenzione sui problemi della proprietà intellettuale. Vediamole in breve.

21 dicembre. Non passa al Consiglio di ministri europei la "posizione comune" sul progetto di direttiva in materia di brevetti software (vedi il numero speciale del 20 dicembre). Merito della Polonia, il cui ministro per la scienza e la tecnologia, Wlodzimierz Marcinski, è piombato da Varsavia a Bruxelles per fermare in "zona Cesarini" il provvedimento che avrebbe spianato la strada all'approvazione della direttiva. Nessun segno di interesse, a quanto si è appreso, da parte di rappresentanti italiani.
Ma il rischio che la proposta passi è ancora alto: la partita si gioca nella seconda lettura da parte del Parlamento.

22 dicembre. Il presidente del tribunale di prima istanza della Corte di giustizia delle Comunità europee nega la sospensione delle sanzioni imposte dalla Commissione a Microsoft nella controversia relativa all'inserimento di Windows Media Player nel sistema operativo. In attesa della decisione nel merito, la casa deve pagare la salatissima (ma non per lei!) multa e mettere in commercio una versione di Windows priva del player. Sul prossimo numero pubblicheremo un commento alla decisione.

7 gennaio. Si diffonde la notizia di una sentenza del tribunale di Monaco di Baviera che condanna la Fujitsu Siemens a pagare 12 dollari per ogni personal computer venduto in Germania. Beneficiaria del provvedimento (e attrice nella causa) è la VG Wort, ovvero la SIAE tedesca, che intende applicare la sentenza nei confronti di tutti i distributori di PC.
Niente di nuovo, è l'ennesima interpretazione della "Levy", chi ci guadagna non sono tanto i veri autori delle opere protette ma le società che gestiscono i diritti in regime di monopolio (tanto da attirare gli strali della Commissione europea, un'altra partita che si dovrà giocare presto).

7 gennaio. Italia. Sul sito del Ministro per l'innovazione e le tecnologie è pubblicata la "Relazione informativa" (qui in formato PDF, 2,1 MB) della "Commissione e-content", istituita per fare luce sui problemi della gestione dei diritti digitali in seguito alle polemiche sul famigerato "decreto Urbani" (Si veda l'intervista al presidente della commissione, Paolo Vigevano, del 10 novembre).
Si tratta, a prima vista, di un lavoro importante, che prende in considerazione i diversi aspetti del Digital Rights Management alla luce della diffusione delle tecnologie (e non ignora le perplessità sugli "esattori" dei diritti, vedi sopra). La relazione merita un approfondimento, che rimandiamo ai prossimi numeri, cercando di superare il disagio creato dall'ennesimo massacro dell'ortografia italiana...

L'anno si apre dunque all'insegna del dibattito, in corso in tutto il mondo, sulle questioni della proprietà intellettuale, e in particolare dei diritti sui contenuti digitali. Da una parte l'esigenza di assicurare agli autori e ai distributori il giusto compenso per le opere in formato elettronico, dall'altra la natura dei sistemi di telecomunicazioni, che rendono impossibile il totale controllo dei flussi illegali. I risultati delle soluzioni tentate finora, basate sostanzialmente sulla repressione poliziesca, dovrebbero dimostrare con grande chiarezza che le politiche fin qui perseguite dai grandi distributori non conducono a risultati utili.
La strada, come sembra indicare la relazione della commissione Vigevano, è nell'adozione di nuove forme di distribuzione dei contenuti e nello sviluppo delle tecnologie di DRM, ora troppo imperfette e frammentate per essere adottate su vasta scala.

E' necessario rompere il meccanismo che mette i legislatori (non solo in Italia) alla mercé dei "consigli" delle lobby dei grandi distributori. I primi devono porre la loro attenzione in primo luogo ai vantaggi di una visione "aperta", ma nel rispetto dei diritti della proprietà intellettuale. I secondi devono rendersi conto che la politica di chiusura e repressione si ritorcerà contro di loro, e forse prima di quanto possano pensare.

In mezzo ci sono i cittadini e i non pochi studiosi della materia, che devono unire le forze per imporre agli uni e agli altri un approccio realistico, che porti a soluzioni accettabili.
Brevetti software e DRM sono due sfide che non si possono perdere, perché il progresso può venire solo da un equilibrato compromesso tra il rispetto dei diritti e la diffusione della conoscenza .

Post scriptum. Una delle prime grandi innovazioni tecnologiche che sono alle radici della società in cui viviamo è stata quella della fotografia. Il grande fisico François Arago presentò l'invenzione il 7 gennaio 1839 all'Accademia delle scienze di Parigi. Lo Stato francese volle "donare l'invenzione al mondo", libera da diritti, e assegnò al presunto inventore, il furbo Louis Jacques Mandé Daguerre, e ai suoi eredi una rendita adeguata. Per la storia, Daguerre non aveva inventato la fotografia, ma solo perfezionato una tecnica eliografica trovata molti anni prima da Joseph Nicéphore Niepce, morto nel frattempo nella miseria più nera.
Una storia che tutti dovrebbero ricordare quando si parla di proprietà intellettuale.

 

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