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 Attualità

Non occorrono comitati per sviluppare la nuova economia
di Manlio Cammarata - 13.04.2000

Mercoledì 12 aprile: la notizia del giorno, ancora una volta,  riguarda le iniziative del Governo per lo sviluppo dell'internet. Che riguardano, come riferiscono TV e agenzie, il "Portale Italia", piani di formazione e regole per i nomi a dominio.
Come saperne di più? Elementare, basta collegarsi al sito della Presidenze del Consiglio. E la prima notizia è proprio questa: "Servizi di rete e identificazione di dominii internet - All'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri anche un disegno di legge a sostegno del settore agricolo. Conferenza stampa al termine della riunione.
Il clic apre la finestra di Real Player e inizia la registrazione della conferenza stampa. Attacca il Ministro dell'interno, che parla dell'immigrazione. Poi una lunga, interminabile pausa. Finalmente la conferenza ricomincia e si possono apprendere un po' di notizie su quello che ci interessa dalla viva voce del Presidente del Consiglio, dal sottosegretario Passigli e da altri relatori. Totale: oltre un'ora di collegamento, compresi alcuni salti avanti e indietro per saltare il buco e per capire meglio. Ma non c'è un testo scritto, dal quale ricavare in pochi minuti le notizie essenziali? Non c'è!

Faremo tra poco alcune considerazioni su questo aspetto. Ora cerchiamo di riassumere la sostanza dei progetti governativi.

1. Portale Italia. E' stata archiviata a furor di popolo la proposta del portale di Stato per l'e-commerce. Ora il Governo ci riprova con un'idea che sembra più centrata: un portale che dovrebbe fornire link e indicazioni sui siti delle istituzioni e della pubblica amministrazione e dare informazioni utili sul nostro Paese, sulle aziende e via elencando. Spiegando quali saranno gli aspetti più importanti dell'iniziativa, il presidente D'Alema ha replicato indirettamente, ma con chiarezza, alle critiche sollevate anche su queste pagine sulla prima proposta, dimostrando che il cambiamento di rotta è dovuto proprio alle obiezioni unanimi che da più parti si sono levate contro l'idea del portale di Stato. Fra l'altro, e questo è importante, la realizzazione del Portale Italia sarà affidata ai privati dopo una regolare gara, mentre prima era esplicita l'intenzione di incaricare direttamente la Sogei, del gruppo Olivetti (vedi Una proposta sbagliata da ritirare subito e gli altri articoli nell'indice di questa sezione).

2. Un'iniziativa per la formazione di operatori della nuova economia. Un consorzio chiamato "Skillpass" e formato da istituzioni finanziarie e dall'agenzia Sviluppo Italia, è destinato a sfornare entro quest'anno i primi tremila tecnici ed esperti di contenuti, dei sessantamila che, secondo il Governo, servirebbero entro il 2001. Una goccia nel mare, ma sempre meglio di niente. Se non altro è un progetto che va nella direzione giusta.

3. Un disegno di legge, illustrato dal sottosegretario Passigli, per evitare gli accaparramenti dei nomi a dominio e rimuovere quindi un ostacolo non trascurabile allo sviluppo dell'economia del Web. Lo schema ricalca quello presentato negli USA alla fine dell'anno scorso e dovrebbe essere efficace, anche perché sarebbe retroattivo e quindi risolverebbe rapidamente il contenzioso sugli accaparramenti già compiuti.
Torneremo presto sull'argomento. Per ora si può solo osservare che per la maggior parte delle soluzioni proposte non occorre una legge: basterebbe che l'autorità preposta facesse una circolare con "istruzioni per l'uso" diretta all'Istituto per le applicazioni telematiche del CNR, che è il registrar dei domini .it. L'autorità è, guarda caso, quella per le Garanzie nelle comunicazioni, competente per la materia ai sensi della legge 249/97. Tuttavia, visti i precedenti, le lentezze dell'iter parlamentare sono preferibili al letargo dall'Autorità in materia di internet...

Torniamo al "Portale Italia". L'idea può essere buona, perché consentirebbe di mettere ordine nella presenza pubblica sull'internet e di fornire ai cittadini un punto di contatto preferenziale con le istituzioni e la pubblica amministrazione. E con il portale  il Governo non potrebbe più rimandare l'annosa questione del diritto di accesso alle fonti normative, mettendo finalmente on line la Gazzetta ufficiale e svegliando il progetto dell'ipertesto normativo che dorme in chissà quale cassetto.
Tuttavia preoccupa non poco la notizia che del portale dovrebbe occuparsi un "apposito comitato": un altro!
Come se non bastassero il Ministero delle comunicazioni, l'Autorità per le garanzie, l'Autorità per l'informatica, il Comitato dei Ministri, il Forum per la società dell'informazione, il Garante dei dati personali, il sottosegretario all'innovazione... ci sono tutti, tranne la Rete.


Per fare il Portale Italia on serve un organismo apposito: se si deve mettere on line in primo luogo la pubblica amministrazione, c'è l'AIPA, che fra l'altro dovrebbe coordinare l'iniziativa con gli altri progetti che riguardano la RUPA, la rete unitaria della pubblica amministrazione.
Si aggiunga che sarebbe bene affidare il progetto del superportale a qualcuno che ha le idee chiare su come deve essere impostata la comunicazione on line. Altrimenti c'è il rischio che venga fuori un sito come quello della Presidenza del Consiglio, impostato non per comunicare via Internet, ma per trasferire sulle linee telefoniche il mondo fisico. Quando un cittadino si presenta all'indirizzo stradale di un'istituzione è naturale che venga accolto da un commesso, e un giornalista che va a una conferenza stampa del Governo non può fare a meno di vedere e ascoltare di persona il Presidente e i ministri.
Ma non ha senso accogliere chi accede al sito internet con il pupazzetto di una specie di cameriere in papillon e proporre una interminabile registrazione audio-video (che occupa una "banda" smisurata), al posto di un testo scritto da scaricare in pochi secondi. E non fargli trovare, per esempio, i testi degli atti normativi del Governo, delle proposte di legge...

Occorre, come si dice, "uno pratico". E il "pratico", in questo caso, è proprio la Rete. Che, come ha bocciato la proposta del portale di Stato per il commercio elettronico, così può proporre idee concrete, praticabili e - perché no? - originali: basta un indirizzo e-mail.
Lo apriamo subito noi, qui su InterLex. Facciamo presto, perché altrimenti a qualcuno potrebbe venire in mente di fare un "comitato per il forum del comitato del portale", magari da istituire con apposito decreto...

Chiunque abbia qualche idea di come possa essere, di che cosa possa contenere il megaportale pubblico, scriva. Dal prossimo numero dedicheremo una pagina alle proposte e alla discussione.
L'indirizzo al quale inviare gli interventi è questo: forum@interlex.it.
L'oggetto, naturalmente, è "Portale Italia".

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