Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 

 Attualità

Un impegno sempre più forte verso i cittadini del Web
di Manlio Cammarata - 24.02.2000

La nostra rivista ha un editore. E' l'Editoriale InterLex srl, inserita in un grande gruppo multimediale che opera nel settore delle telecomunicazioni. Questo vuol dire che InterLex supera la fase artigianale e volontaristica e si evolve verso un modello di impresa, che costituisce la sola condizione possibile per svilupparsi e offrire un'informazione sempre più puntuale sui problemi delle tecnologie dell'informazione.

La strada era segnata da tempo. Qualche lettore ricorderà l'articolo pubblicato sul numero 101, non a caso intitolato Numero (cento)uno, qualche idea per continuare. Era il 28 ottobre dell'anno scorso. Quelle note hanno suscitato l'attenzione di alcuni "amici di InterLex", che hanno fondato una società, con lo scopo di valorizzare le professionalità che in cinque anni si sono aggregate intorno alla rivista e di individuare le possibilità di collaborazione con una realtà imprenditoriale in grado di assicurarne lo sviluppo. Questa società è la E-Norme srl.

La ricerca di un partner non è stata facile, perché era necessario conciliare le possibilità di crescita di InterLex con il mantenimento della sua indipendenza.  
Il punto di equilibrio è stato trovato con Mario Chiavalin, il patron di Attika Group PLC, un gruppo che rivela la sua natura nei nomi delle due città che compaiono nel logo: Londra e Venezia. Cioè lo spirito internazionale di un'iniziativa che affonda le proprie radici in quel Nord-Est italiano che costituisce un modello difficilmente imitabile di operosità e di innovazione.
Con la costituzione dell'Editoriale InterLex, partecipata da E-Norme  (che ne detiene il controllo) e da Attika, si mantiene l'autonomia della redazione e nello stesso tempo si possono attivare importanti sinergie con le altre società del gruppo (vedi la scheda nel comunicato stampa).

Tutto questo si inserisce perfettamente nella new economy che oggi è al centro dell'attenzione di tutti. Scriveva pochi giorni fa Pierluigi Celli, direttore generale della Rai, sul Sole 24 Ore: "L'affacciarsi all'orizzonte delle reti a banda larga e l'affermarsi di Internet come progressivo unificatore della galassia della comunicazione danno un colpo di acceleratore alla convergenza tra audiovisivo e servizi interattivi. E' la ragione per la quale, su scala globale, AOL e Time-Warner hanno scelto di fondersi; ed è il motivo per il quale Vivendi, l'azionista di uno dei maggiori gruppi televisivi europei, Canal+, ha trovato complementarietà strategica con il raggruppamento Vodaphone-Air Touch-Mannesmann, incentrato sulle telecomunicazioni e Internet".

Certo, siamo su una dimensione non paragonabile a quella della fusione tra America On Line e Time-Warner o degli altri grandi accordi che salgono agli onori delle cronache di questo periodo, ma lo spirito è sempre quello della digital collision: dare vita a gruppi in grado di sostenere la competizione del mercato globale, combinando le risorse del mondo dei media con quelle dell'industria delle telecomunicazioni. Quest'ultima trova nei contenuti l'opportunità di caratterizzare e distinguere la propria offerta da quella dei concorrenti, mentre i produttori dei contenuti stessi possono allargare il proprio mercato e sfruttare le sinergie organizzative con le strutture dell'industria.

Nel suo piccolo, InterLex raccoglie la sfida della web economy e si prepara a una trasformazione impegnativa, che dovrà portarla a un ruolo di primo piano nell'informazione di settore, ma senza abbandonare gli obiettivi che si è posta fin dai suoi primi passi, dal quel forum La società dell'informazione che è nato proprio cinque anni fa.
Prima le pagine del forum, poi quelle della rivista, sono state e sono un luogo di scambio di informazioni e di opinioni libere, senza condizionamenti,  sugli aspetti normativi dell'informazione e della comunicazione. Hanno annunciato e incoraggiato le (poche) grandi innovazioni, hanno denunciato e denunciano le cose che non vanno, le inefficienze e le omissioni del Palazzo, le vessazioni e i soprusi che subiscono ogni giorno i "cittadini del Web".

Continueremo a farlo. Continueremo a informare, continueremo a raccogliere le voci della Rete e a gridare, quando sarà necessario, ogni volta che ci saranno libertà minacciate o diritti violati. Forti non solo di una finalmente solida struttura editoriale, ma del generoso impegno dei collaboratori e soprattutto del consenso dei lettori, la parte più attiva e consapevole dei cittadini del Web.