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Attualità

"Deposito legale": legge assurda o male interpretata?

11.11.04

 
E' scaduto il termine di sei mesi per l'emanazione del regolamento applicativo previsto dall'art. 5, comma 1, della legge 15 aprile 2004 n. 106, nota come "Urbani 1". Legge che prevede il deposito obbligatorio dei "documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico", compresi quelli diffusi via Internet,  "presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze e la Biblioteca nazionale centrale di Roma, nonché presso gli istituti individuati dal regolamento di cui all'articolo 5...".
E in molti si chiedono - e ci chiedono - che cosa si deve fare, anche considerando il peso delle sanzioni.

La risposta è: aspettare il regolamento. Perché le disposizioni della legge non sono assolutamente sufficienti a determinare le modalità di adempimento dell'obbligo, in assenza delle disposizioni regolamentari. Quando ci sarà il regolamento, si vedrà.
In particolare, l'art. 8 prevede che vecchie norme siano abrogate con l'entrata in vigore del regolamento: niente regolamento, niente abrogazione. Le disposizioni del secolo scorso restano in vigore, inapplicabili e inapplicate.

Come sono inapplicabili le nuove regole, che (secondo l'interpretazione corrente) costringerebbero alla creazione di almeno due banche dati di tutto o quasi il web italiano. Google, per fare un esempio...
In realtà, con un'attenta lettura del testo, si può sostenere che la legge riguarda solo le pubblicazioni che hanno un valore commerciale e quindi non tutto il materiale che viene pubblicato in rete. Comunque non è una cosa da nulla.

Si noti che la legge prevede che da tutta la ciclopica operazione "non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica". Cioè, o gli archivi (hardware, software, personale, locali...) vengono messi in piedi gratis, o si impongono pesanti balzelli ai depositanti per finanziare il sistema. Con le conseguenze che è facile immaginare.
Mentre non è difficile immaginare che la legge possa restare lettera morta, oppure profondamente limitata dal regolamento. O praticamente cancellata, come sta accedendo per la "Urbani 2", nella parte che riguarda i diritti sui contenuti (dettagli sul prossimo numero).

 

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