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 Tutela dei dati personali - Legge 675/96

No alle intercettazioni facili e alla lunga conservazione dei dati
Una lettera di Stefano Rodotà al Presidente della Commissione europea, al Presidente del Consiglio dell'Unione europea e al Presidente del Parlamento europeo
19.07.01

"Egregio Signor Primo Ministro,

Il Parlamento europeo ed il Consiglio intendono perfezionare le rispettive posizioni in merito alla proposta della Commissione di una direttiva sulla privacy e la tutela dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche.

Tale proposta traduce nel settore delle comunicazioni elettroniche i principi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo relativi al diritto alla privacy ed alla protezione dei dati, prevedendo la riservatezza delle comunicazioni e la cancellazione dei dati di traffico una volta completata la comunicazione. Per esigenze legate all'attività delle forze dell'ordine, l'Articolo 15, comma 1, della proposta di direttiva prevede una serie di deroghe ben determinate e conformi con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Sembra che alcuni Stati membri intendano modificare questo equilibrio per ampliare le possibilità riconosciute alle forze dell'ordine oltre il limite accolto dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nella propria giurisprudenza relativa all'Articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Il Gruppo di lavoro sulla protezione dei dati istituito ai sensi dell'Articolo 29 della direttiva 95/46 ritiene che il Consiglio ed il Parlamento europeo debbano opporsi ad ogni modifica delle disposizioni attualmente in vigore che garantiscono la riservatezza delle comunicazioni (Articolo 5) e limitano il trattamento dei dati di traffico (Articolo 6). Non è accettabile che si estendano gli ambiti del trattamento iniziale di dati per aumentare la quantità di dati disponibili ai fini delle attività condotte dalle forze dell'ordine. Qualsiasi modifica di queste disposizioni fondamentali, direttamente connesse a diritti fondamentali della persona umana, trasformerebbe l'eccezione in una nuova regola. La conservazione sistematica a titolo preventivo di dati sul traffico relativi alle comunicazioni effettuate da cittadini dell'UE, e di altri dati connessi, configurerebbe una lesione dei diritti fondamentali alla privacy, alla protezione dei dati, alla libertà di espressione, alla libertà ed alla presunzione di innocenza. In una situazione di questo genere, si potrebbe ancora affermare che la società dell'informazione è una società democratica?

La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riconosce tutti questi diritti e libertà fondamentali, ed esige che ogni limitazione del loro esercizio rispetti l'essenza di tali diritti e libertà. Inoltre, la Carta prende nettamente posizione sulle linee di tendenza relative alla tutela di questi diritti, che sono sanciti anche dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, affermando che il diritto dell'Unione può prevedere forme più ampie di tutela. Un livello di tutela meno elevato sarebbe inaccettabile in termini sia giuridici sia politici.

A nome del Gruppo di lavoro, invito pertanto l'istituzione che Lei presiede a mantenere l'approccio bilanciato oggi esistente, secondo la proposta formulata inizialmente dalla Commissione europea, rispettando appieno i nostri impegni internazionali così come fissati nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo e nella pertinente giurisprudenza".