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 Tutela dei dati personali - Legge 675/96

Ma dove sono gli utenti?
di Andrea Monti* - 06.05.98

Lentamente, ma progressivamente la figura di "utente" - o più in generale quella di "consumatore" - comincia ad essere riconosciuta in ambiti sempre più vasti, da quello bancario a quello della fornitura di servizi primari (telefono, trasporti), in altri tempi ben più blindati alle istanze del povero cittadino, la cui ragion d'esistere era solo quella di rappresentare l'oggetto delle vessazioni del potente di turno.
Questa situazione - grazie soprattutto al fondamentale ruolo giocato dalle associazioni di consumatori - si avvia col passare del tempo all'oblio grazie alla (ri)scoperta di un ruolo, quello del fruitore di un servizio, da tempo negletto.

Anche l'Unione Europea non è da meno e in più occasioni ha coinvolto direttamente gli utenti in importanti progetti, come nel caso dell'autoregolamentazione dei servizi Internet. Per quanto riguarda l'Italia, a prescindere dal poco felice esito di quel tavolo di lavoro e dalle ragioni che portarono a quel triste epilogo, il dato che sorprese piacevolmente molti fu proprio la considerazione attribuita al mondo dell'associazionismo.

Altre "attestazioni di rilevanza", sempre di matrice europea, provengono ad esempio dalla recente proposta di decisione (98-C 48-08) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee il 14 febbraio 1998 e intitolata "Proposta di decisione al Consiglio che adotta un Piano pluriennale d'azione comunitaria per promuovere l'uso sicuro di Internet", dove esplicitamente si fa riferimento al ruolo centrale che spetta agli utenti (e quindi, si deve presumere, alle loro associazioni) nella realizzazione dei piani comunitari di settore.

Questo a parole.

I fatti dimostrano una realtà diversa: il "Forum per la società dell'informazione", annunciato pubblicamente dal Ministero delle Comunicazioni e attualmente - sembra - sotto l'egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri, non ha tenuto nel minimo conto le istanze delle associazioni di utenti (almeno di quelle che fino a poco tempo fa erano state invitate ufficialmente a partecipare a gruppi di lavoro), al momento mai invitate ad alcun iniziativa. E ora l'indubbiamente interessante convegno sulla privacy in Internet dei prossimi 8 e 9 maggio vede fra gli assenti - oltre ad Autorità istituzionali - anche le associazioni di utenti e provider che forse, in mezzo a relatori di sicuro valore, avrebbero potuto offrire il contributo di chi con la Rete vive e lavora tutti i giorni.

Forse questo requisito è superfluo.

* Avvocato, presidente di ALCEI (Associazione per la libertà della comunicazione elettronica interattiva)